Wednesday, May 15, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Sport – Galà di Kickboxing il 1° giugno prossimo a Gorlago (BG), in onore di Flavio Galessi

Intervista esclusiva con Donatella Galessi la figlia di “La Roccia di Bergamo”


di Romano Scaramuzzino – dalla Redazione Sportiva per il Quotidiano l’Italiano

BERGAMO – La fama del suo cognome la precede: Donatella Galessi.

Penso a questo mentre attendo il suo arrivo nel luogo che abbiamo scelto come sede per l’intervista, in previsione del prossimo Galà di Kickboxing che si terrà a Gorlago (BG), il 1° giugno 2024, come tributo alla memoria di suo padre Flavio, “La Roccia di Bergamo”, figura iconica delle arti marziali, del Karate Contact e, quindi, della Kickboxing italiana.

Negli anni, ho condotto molte interviste, ma questa volta, mi sento un po’ emozionato. Ne sono conscio e l’ammetto. Non mi chiedo nemmeno il motivo di questo stato d’animo; conosco le risposte.

Mi sono appassionato, infatti, alle arti marziali sin da piccolo, iniziandole a praticare, “ufficialmente”, presso una palestra di Taekwondo (arte marziale coreana) a sedici anni. Leggevo, tra l’altro, sin dagli inizi della loro pubblicazione nel nostro Paese, le varie riviste che si occupavano di queste discipline.  Ero, allora, tramite questi periodici, anche al corrente degli esordi di un nuovo modo di praticare le arti da combattimento orientali, in particolare del Karate. Seguivo, quindi, il passaggio che dall’America stava avvenendo dal Karate al Karate Contact. Con i combattenti che indossavano le prime protezioni alle mani e ai piedi. Tra queste, quelle ideate da colui che è stato definito il “Pioniere del Taekwondo Americano”, il Maestro coreano Jhoon Rhee.

Erano i primi anni Settanta.

Dall’America, il nuovo vento del Karate Contact, arrivò a soffiare anche in Italia. Tra i primi protagonisti di questo nuovo sport – che poi venne denominato con il nome di Kickboxing – c’era, appunto, il bergamasco Flavio Galessi. Allievo di Karate (dopo aver praticato Judo) alla sola età di 17anni – correva l’anno 1967 – di un altro personaggio che fece e fa parte della Storia del Karate, del Karate Contact, della Kickboxing sia in Italia che a livello mondiale ovvero Ennio Falsoni (che con affetto, tutti noi salutiamo).

Galessi divenne, nel tempo, pluricampione italiano di Karate e seguendo il suo Maestro Falsoni, vinse pure i Mondiali di Sankukai (stile di Karate codificato nel 1970 dal Maestro Yoshinao Nambu) nel 1976 a Montecarlo. Al fianco di Falsoni lo fu anche quando quest’ultimo si dedicò completamente al Karate Contact, alla Kickboxing e al suo sviluppo nazionale ed internazionale.

Nello specifico, Galessi, praticava quella che era la disciplina regina di questo sport ovvero il Full Contact (molto in breve, nel Full Contact, i due combattenti si colpiscono a contatto pieno su un ring – anche se i primi incontri vennero disputati pure al di fuori delle “quattro corde” – con delle protezioni alle mani, simili a quelli del pugilato, e dei calzari ai piedi. Le tecniche di calcio sono ammesse solo al di sopra della cintura. Un misto di boxe occidentale con le tecniche di gambe delle arti marziali orientali, possiamo riassumere).

La potenza fisica naturale di Flavio Galessi ebbe modo, così, di “sfogarsi” nel Full Contact, diventando campione di Italia più volte, poi campione d’Europa e del mondo dilettanti, nei Mondiali di Tampa, in Florida, negli Stati Uniti d’America, nel 1979, sotto l’egida della federazione WAKO.

Ma non solo, nel 1980, Galessi conquistò il titolo di campione europeo professionista, categoria medio massimi, contro un vero e proprio mito del Karate e poi anche del Karate Contact, il francese Dominique Valera, per intervento medico alla quarta ripresa.

Il lavoro di falegname di Galessi risultò, in seguito, inconciliabile con i duri allenamenti e impegni con il Karate Contact, con la Kickboxing.

Fu assunto, allora, dalla Fidelatis (che si occupa di servizio di vigilanza) di Bergamo.

Con la sua fama di combattente ed esperto di difesa personale, lavorò anche per la sicurezza della discoteca “Simpaty”, sita nella bergamasca. Intanto, dalla sorveglianza alle banche, passò sui furgoni portavalori. Le sue capacità acclarate in questo campo di sicurezza lo portarono anche a svolgere servizi di vigilanza speciali ai divi del cinema come Sharon Stone e Richard Gere (quando questi vennero in Italia).

Fu proprio durante un suo servizio per la Fidelitas, come guardia giurata, che il nostro Flavio Galessi perse la vita durante una rapina.

Venti minuti dopo la mezzanotte del 25 marzo 1994 – nel piazzale del supermercato dell’Ipercoop di via Gozzoli, a Milano – l’allora quarantaquattrenne Galessi lasciò questa terra fisicamente ma non moralmente a causa di un proiettile (uno dei tanti) sparato da un mitra kalashnikov in mano a dei vigliacchi criminali. Un proiettile riuscì ad entrare nel corpo di Galessi, nonostante il giubbotto antiproiettile che indossava. Nella sua reazione coraggiosa, al fine di contrastare il fuoco nemico, buttandosi a terra, venne lasciato scoperto il suo fianco sinistro (non protetto dal giubbotto) che venne raggiunto da una pallottola che gli entrò nella milza, recidendogli l’arteria addominale.

“La Roccia di Bergamo” non poteva essere “distrutta” durante un conflitto normale ma solo per via di un’azione codarda e delinquenziale come quella che avvenne quella sera.

 Galessi aveva costruito con le sue mani una casa a Gorlago dove abitava con la moglie Marinella e i due figli Donatella e Paolo, che, all’epoca di questo triste episodio di cronaca, avevano rispettivamente 19 e 15 anni.

Lo sgomento della triste vicenda si abbatté non solo sulla famiglia della “Roccia di Bergamo” (nucleo familiare che con forza e dignità affrontò, poi, tutto il pesante iter processuale, durato anni, che seguì questo delitto) ma anche un intero movimento sportivo: quello del Karate, del Karate Contact, e di tutti coloro che nella bergamasca e fuori da questo territorio ebbero il piacere e l’onore di conoscere Flavio Galessi.  Uomo buono, generoso e forte.

E proprio per un tributo alla sua persona, seppur, sottolineiamo ancora una volta, che  Flavio Galessi non è mai stato dimenticato dagli sportivi, dai colleghi di lavoro e dagli appassionati di Kickboxing, che la sua famiglia (a trenta anni dalla sua scomparsa) soprattutto nella persona della figlia Donatella, attorniata dall’affetto di un intero movimento sportivo – in particolar modo, per semplici ragioni di periodi storici, da parte di  coloro che vissero in prima persona (ma anche da semplici appassionati e praticanti) quegli anni gloriosi – che è nata l’idea di  questo Galà. Un omaggio ufficiale all’uomo, al campione, dopo parecchi pensieri e progetti che avevano preceduto questo evento.

Capite adesso, dalla necessaria premessa a questo articolo, la mia emozione nell’incontrare la Signora Donatella, insegnante di scuola di infanzia nonché consigliere comunale in quel di Gorlago.

Sebbene non abbia avuto il piacere di conoscere personalmente Flavio Galessi, io, quegli anni, li ho vissuti.

Ma torniamo a noi. Donatella Galessi si presenta al nostro appuntamento con i suoi due splendidi figli: Laura di 19anni e Flavio, che porta il nome del nonno materno, di 12 anni e mezzo.

Lei arriva sfoggiando uno splendido sorriso, emanando tanta semplicità e portando con sé materiale inedito sul suo papà. Entriamo, quindi, nel bar elegante dove avevo prenotato un tavolo e ci sediamo per svolgere l’intervista.

Signora Donatella, cosa significa essere la figlia di Flavio Galessi “La Roccia di Bergamo” e quali sono i ricordi che ha di suo padre?

“Fin da piccola essere la figlia di Flavio è sempre stato bello, divertente, ero la mascotte delle palestre. Crescendo mi resi conto che il cognome ‘Galessi’ sembrava quasi un passe-partout, potendo serenamente muovermi nei palazzetti sportivi. Tutti erano molto gentili con me. Il tempo trascorre, gli anni passano. Essere la figlia di Flavio è un onore e un piacere. Sono fortunata, sono fiera ed orgogliosa del cognome che porto, Mio padre mi ha insegnato tanto, tantissime cose. Eravamo molto uniti. Tante cose le facevamo, infatti, insieme. Eravamo inseparabili e grazie ai suoi consigli ho affrontato la vita con determinazione. Mi allenavo con lui e pendevo dalle sue labbra, ligia a ciò che mi insegnava. Era l’essenza della mia anima. Ricordo che si allenava tutti i giorni. Adorava correre sotto la pioggia. Diceva che era rigenerante per lui. Nonostante tutto, sorrido quando penso a lui e al rumore della sua moto Guzzi, color carta da zucchero azzurra. Mi emoziono, lo riconoscevo lontano un miglio. La sua voce calda, avvolgente. Un padre sempre presente. Mi sentivo protetta, non avevo paura e sapevo che potevo contare sempre su di lui, in qualsiasi momento. Avevo 19anni quando mio padre venne a mancare. Fu un vero dramma, un trauma che, però, ho affrontato di petto. Con determinazione”

Immagino che da queste sue considerazioni intime, sia nata la voglia di dedicare, organizzare qualcosa di ufficiale per rammentare ed onorare la memoria di suo padre. In effetti quando ha iniziato a pensarci e quando e come si è palesata la possibilità concreta di farlo oggi?

“Ero molto giovane quando all’improvviso la mia vita fu ribaltata inaspettatamente. Il desiderio di creare un evento sportivo in suo onore l’ho sempre avuto. Un pensiero che è rimasto semplicemente nel mio cuore, senza mai condividerlo con nessuno. Ho dovuto combattere con problemi e disavventure avvenute a causa di questo brutale episodio, che ha cambiato drasticamente la vita della mia famiglia. Col senno di poi, mi sono resa conto, nonostante fossero passati decenni, che mio papà è amato e ricordato da moltissime persone. Tutto è accaduto nel 2022, quando fui contatta dal signor Luigi Merlini per essere invitata a partecipare alla Convention- dibattito sulla moderna Kickboxing, tenuta a Pisa presso il Centro di Scienze Motorie Applicate di Roberto Fragale. Persone stupende alle quali ho espresso il mio desiderio di creare un memorial a nome di mio padre. E come dice Roberto: ‘muovendo i tasti giusti fuoriesce buona musica”. E quindi, il mio sogno è diventato realtà!”

Questo mi conferma che suo padre era ed è amato da tantissime persone, sia all’interno che all’esterno del mondo sportivo. Quali erano queste qualità che possedeva Flavio Galessi che lo rendevano e lo rendono un uomo così stimato?

“Moltissima gente ha il desiderio di raccontarmi e di rendermi partecipe delle loro emozioni che ancora oggi vivono nei loro cuori e di rivivere i bei tempi trascorsi con lui, raccontandomi episodi e aneddoti con tanta passione e stima. Lo ricordano evidenziandolo come campione, grande atleta, uomo coraggioso e buono. Con il sorriso sempre presente. Qualcuno cita queste testuali parole, riguardo mio padre, ‘Presente, mai invadente lo rispettavamo tutti bastava lo sguardo”. Un “duro” dal cuore d’oro, così definito anche da una nota rivista e dalle star alle quali faceva da bodyguard.”

Flavio Galessi è legato indissolubilmente al mondo del Karate, del Karate Contact, della Kickboxing. Ricordando lui è automatico riportare alla mente anche colui che fu il suo Maestro ovvero Ennio Falsoni. Che tipo di rapporto intercorreva tra i due? Quali sono le sue reminiscenze del Presidente Falsoni?

“Nonostante fossi piccola ho un bellissimo ricordo della famiglia Falsoni. Ricordo alcune cene dove Ennio e mio papà si stuzzicavano, scherzavano, ridevano e parlavano di sport. Due uomini diversi uniti da un’unica passione.”

Si ricorda quando e come nacque il soprannome dato a suo padre, “La Roccia di Bergamo”?

“La Roccia di Bergamo”, come l’aveva nominato il Maestro Ennio Falsoni. Un grande esempio di coraggio e bontà d’animo.”

Tornando al presente, in cosa consisterà il Galà di Kickboxing che si terrà il 1 gugno di quest’anno presso il Palazzetto dello Sport di Gorlago (BG) come tributo a Flavio Galessi , “La Roccia di Bergamo”?

“Ci saranno otto incontri di Kickboxing di cui due validi per gli italiani. L’evento si svolgerà dalle ore 20.00 alle 22.00. L’ingresso della serata sarà gratuito. Sarà un tributo al nome di mio padre e tramite uno schermo grande si vedranno foto e alcuni video. Tra questi sarà proiettato il suo incontro con Valera. Colgo l’occasione sperando sia cosa gradita di essere mio ospite il 1° giugno.”

Nell’organizzazione di questo evento ha avuto e sta avendo il supporto di quali persone, enti ed istituzioni.

“E’ la prima volta che organizzo un evento così importante. Fortunatamente ho avuto l’appoggio del comune di Gorlago, nella persona del suo sindaco, Maria Elena Grena, che ha accolto la mia proposta nell’immediato. Ovviamente stimolata e spronata da Luigi Merlini e Roberto Fragale, i quali mi hanno indirizzata verso persone competenti in ambito sportivo. Ho l’appoggio, quindi, della federazione Federkombat. È stato formato un gruppo di lavoro apposito per questo evento. I componenti della squadra, eletti dal presidente della Federkombat, Donato Milano, sono: il presidente regionale Giuseppe Del Gaudio, il vicepresidente e consigliere degli affiliati, Marco Bertoletti, il segretario generale Stefano Rigamonti, Paolo Allievi ed io. Ho avuto, tra l’altro, il patrocinio della regione Lombardia. Un grazie di cuore va anche agli sponsor che, in ricordo di mio padre, mi hanno fatto sentire la loro vicinanza sostenendomi in tutto e per tutto.”

Suo figlio porta il nome del nonno, Flavio. Il ragazzo e sua sorella Laura, come vivono l’essere i nipoti di Flavio Galessi?

“I miei figli sono dispiaciuti di non aver potuto conoscere il nonno Flavio e lo zio Paolo, scomparso prematuramente all’età di 14 anni, dopo sei mesi dalla morte di nostro padre. Nonostante tutto, grazie ai racconti positivi che hanno ascoltato sulla figura del nonno, hanno capito che era un uomo speciale per molte persone. Era amato e ben voluto da tutti e per questo motivo, sono contenti. Loro, sono sempre nei nostri pensieri quotidiani,”

Signora Galessi, quando guarda su in cielo e qui sulla terra, cosa, chi la conforta, per quel che si può, dalla mancanza di suo padre?

“Questa domanda mi intenerisce. Nel mondo terreno conforto l’ho trovato lavandomi il viso con un bel pianto, guardandomi allo specchio, camuffando lo sguardo e la tristezza con un lieve trucco e mettendo un sorriso stampato sulle labbra, stringendo i denti. Sono fortunata di aver ereditato il tuo DNA, caro papà! Ho trovato rifugio in questo angolo di casa dove ancora oggi mi sento protetta e sento la sua presenza. Se guardo il cielo, rimango stupita dell’immensità e l’imponenza del buio costellato…apro, così, le porte della speranza e dei sogni!”

Cosa direbbe Flavio Galessi a sua figlia Donatella, oggi?

“Come il suo solito! Mi darebbe una pacca sulle spalle con le manine pesanti e grandi e con tono deciso e amorevole direbbe: ‘Continua così, non mollare mai. Controlla il respiro, mantieni lo sguardo dritto, tieni la guardia alta, colpisci e affonda’.”

Signora Donatella, lei lo sa, credo, che non è sola ma fortemente sostenuta da un intero movimento sportivo ed umano. Cosa significa per lei tutto questo?

“Manna per il mio cuore, vento fresco per le mie emozioni, un profumo delicato, gradevole di amore, di speranza che vivrà in eterno nella mia anima. Cercherò di diffondere questa sinergia benefica. Tutti noi abbiamo bisogno di questa essenza positiva. Ho imparato che davanti alla morte non c’è rimedio. Tutto il resto è storia.”

Finisce così il nostro incontro, la nostra intervista con la signora Donatella Galessi.

Accompagno, poi, lei e i suoi figli verso la loro macchina, con un senso di protezione nei loro confronti.

La signora Donatella entra nella sua vettura mettendosi al posto di guida mentre i ragazzi si siedono dietro i sedili della macchina. Nell’osservarli, in quel posto vuoto, accanto a Donatella, ho la forte impressione che accanto alla donna ci sia un uomo buono, un padre, un nonno, un combattente, uno di noi, che di nome fa Flavio Galessi, “La Roccia di Bergamo”.

Impossibile – sia per gli amanti della Kickboxing, degli sport vari, per i bergamaschi – non essere presente il 1° giugno prossimo al Galà di Kickboxing, a Gorlago, in onore di Flavio Galessi. Sia per rendere un tributo a quest’uomo che per riscaldare il cuore della figlia Donatella e quello della sua famiglia.

In fin dei conti, quel giorno sarà una data di rinascita. Per quanto possibile, una pagina nuova del libro della vita di questa famiglia: la famiglia Galessi.

Romano Scaramuzzino

Nella foto sottostante la signora Donatella Galessi  durante la nostra intervista. 

Nella foto La locandina dell’evento in memoria di Flavio Galessi, “La Roccia di Bergamo”, Galà di Kickboxing che si terrà il 1° giugno prossimo presso il Palazzetto dello Sport di Gorlago (BG). Ingresso gratuito..
La notte è piccola nelle tende d’autore
 Un giovane Flavio Galessi durante una gara di Karate vinta (collezione privata Donatella Galessi). 

Una foto molto significativa oltre ad essere una vera rarità nel suo genere. Si intravedono (mentre stanno scherzando tra loro) a sinistra Galessi, al centro il Maestro Ennio Falsoni e a destra Federico Milani, durante una pausa delle varie foto che poi compariranno nel libro di Falsoni dal titolo “Il magnifico Karate Contact e il suo mondo” (collezione privata Donatella Galessi).

Sotto: La foto della coppa vinta dal Galessi – come campione del mondo – durante i campionati del mondo di Full Contact svoltisi a Tampa, in Florida, nel 1979. La coppa sarà esposta durante il Galà del 1° giugno. (Collezione privata Donatella Galessi).

>Nelle foto soprastanti a partire dalla 6) Un’immagine molto cara alla signora Donatella di suo papà.

7) A sinistra, Paolo, il fratello minore della signora Galessi. Ragazzo, purtroppo, prematuramente scomparso. Alla destra il suo papà.

8) Flavio Galessi durante un incontro dimostrativo di Karate/Kickboxing Full Contact.

9) Flavio Galessi, festante, dopo essere stato proclamato campione europeo professionista di Karate Full Contact, nel 1980, contro il fortissimo e noto campione francese sia di Karate che di Full Contact, Dominique Valera. Questa immagine è tratta da un servizio sportivo mandato in onda, all’epoca, dalla RAI.

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