Friday, March 29, 2024
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Un suicidio più che sospetto. Siano svolte indagini in profondità per svelare i motivi reali causa del decesso improvviso del prof. Giuseppe De Donno

Il “presunto” suicidio di cui tutti parlano non ci convince. Come non ci persuase quello del funzionario del Monte dei Paschi precipitato a Siena dalla finestra del suo ufficio.


L’Editoriale del direttore di Riccardo Colao

Nel caldissimo pomerigigo del 27 luglio si è spenta la vita di un medico coraggioso, umile ma serio e determinato. Era balzato agli onori delle cronache, Giuseppe De Donno, nel corso delle prime ondate pandemiche del morbo del Covid 19.

Contrariamente a come altri suoi colleghi operavano aveva sperimentato e diciamolo pure, inventato o scoperto che utilizzando il plasma iperimmune era possibile sconfiggere il Covid senza null’altro ci fosse bisogno.

Giuseppe De Donno, 54 anni, originario di Catanzaro trovato morto nella sua abitazione di Curtatone, secondo alcune ipotesi avrebbe fatto ricorso a un suicidio. Ma non c’erano motivi perché lo facesse.

Primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, e insieme al Policlinico di Pavia, sperimentando la plasmaterapia durante l’emergenza sanitaria aveva salvato, grazie alla sua intuizione e alla cura che prescriveva. tanti malati afflitti dal Covid.

Prof. Giuseppe De Donno

Nel maggio 2020 aveva pubblicamente definito la cura praticata insieme al suo affiatato team “un’arma magica che ci consente di salvare più vite possibili“. Il professore aveva poi anche precisato di non volersi arrogare meriti e con grande umiltà, aveva indicato di avere semplicemente , perfezionato un’idea “già esistente”.

Il nostro protocollo è ambiziosissimo“, spiegò De Donno, rivelando che un’ottantina di pazienti erano stati già trattati con l’applicazione della plasmaterapia ricavandone unanimi successo. Inspiegabilmente dopo tale rivelazione era stato scelto l’ospedale di Pisa e non quello di Mantova quale capofila per la sperimentazione della cura al plasma iperimmune. A giugno De Donno, forse deluso, aveva lasciato l’ospedale per diventare medico di base a Porto Mantovano.

“Siamo sinceramente allibiti. Ho avuto modo di conoscere di persona e confrontarmi più di una volta con De Donno e devo dire che era una persona davvero squisita: onesto fino in fondo, si è sempre speso per la verità e per gli altri” – ha precisato il direttore di Asst di Mantova Raffaello Stradoni – “Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui. Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire”.

Matteo Salvini leader leghista ha subito dichiarato: “Non ci volevo credere. Perdiamo una bella persona, un grande medico, che durante il Covid ha lottato come un leone per salvare centinaia di vite, spesso contro tutto e tutti”. E ancora Claudio Borghi: “Un disastro… Aveva lottato per le cure contro il covid dal primo minuto. Aveva salvato centinaia di vite. Medicina mantovana in lutto, De Donno si è tolto la vita”,

Per rendere praticabile la sua cura con tale tecnica è stato fondamentale il coinvolgimento dei donatori di sangue guariti dal Covid. Ma non basta solo questo particolare pur importante. I guariti devono possedere caratteristiche fondamentali e il plasma deve essere certificato come contenente anticorpi iper immuni. “Ognuno dei guariti – aveva spiegato De Donno – dona poco più di mezzo litro di sangue ma, per usarlo, d’ora in poi, pare stiano sorgendo degli impedimenti“, era stata la sua amara conclusione. Per poi aggiungere: “Adesso ogni volta dobbiamo chiedere l’autorizzazione al Comitato etico e questo ci fa perdere tempo prezioso“. Certo, il plasma può essere congelato, motivo per cui a Mantova hanno creato una banca del plasma per conservarlo ed eventualmente aiutare gli altri ospedali che ne fanno richiesta. De Donno aveva poi ribadito duranti i primi mesi della pandemia che “creando banche plasma in giro per l’Italia riusciremmo ad arginare altre ondate del virus“.

A chi può aver giovato il “suicidio” del prof. Giuseppe De Donno? Sicuramente al business dei vaccini materiale in flaconi che hanno scadenze previste e devono essere somministrati a più gente che sia possibile prima della loro inutilità…

La realtà ci insegna che c’é gente disposta a sopprimere vite umane per interessi molto minori… e chi indaga deve pensare male sin da subito anche se ” a pensar male si fa peccato”… Sono tante le volte che poi si ha avuto ragione.

Il “presunto” suicidio di cui tutti parlano non ci convince. Come non ci persuase quello del funzionario del Monte dei Paschi precipitato a Siena dalla finestra del suo ufficio.

Aveva il prof. De donno scoperto una verità scomoda con la sua metodologia poco fruttuosa e utile ai produttori dei vaccini sperimentali? L’offerta della terapia alternativa per salvare le vite poteva ostacolare le altre metodologie rivelatesi inutili anzi cagionevoli per la sopravvivenza degli ammalati?.

Mille dubbi affiorano su questa morte improvvisa consumata addirittura senza messaggi da parte dell’uomo trovato cadavere nella propria abitazione

Sono infuriato, siamo in mano a scienziati prezzolati” fu una delle sue ultime esternazioni. Contro chi si rivolgeva De Donno… Chi possono essere gli scienziati che avrebbero accettato danaro in cambio di un assenso alle cure tradizionali o addirittura alla diffusione della politica dei vaccini sperimentali?

Siamo certi che gli inquirenti sapranno battere tutte le piste allo scopo svelare le motivazione di questo allarmante episodio noir che va tingendosi di giallo… la corda dell’impiccato (perché De Donno pare sia stato trovato dai parenti, senza vita, in una posizione similare a chi sia deceduto per asfissia) a volte può tornare persino così lunga da raggiungere i possibili assassini. Anche il banchiere Calvi venne trovato impiccato sotto il Ponte londinese dei “Frati neri”…anche quello fu un “suicidio” del tutto improbabile… Che si faccia luce. Il prof. De Donno nel caso fosse stato suicidato deve avere giustizia!

Riccardo Colao

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