Monday, April 29, 2024
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A Bergamo “nascono” i giardini dedicati ad Enzo Tortora vittima della mala giustizia italiana

Un libro, una targa e una donna eccezionale Gaia Tortora
presso la Sala Galmozzi è stato presentato ieri, davanti a varie autorità, l’opera della figlia di Enzo Tortora al quale sono stati intitolati i giardini di Piazza Dante. Enzo Tortora morì da innocente. Morì forse per il dolore patito. Ma ieri sera era presente la sua forza, la sua tenacia che ebbe durante quegli anni oscuri della sua esistenza e che hanno lasciato un’eredità sicuramente colta da tutta la sua famiglia, ora palesemente dalla figlia Gaia (l’altra figlia di Tortora, Silvia se ne è andata da questa terra nel 2022).

Quando ho salutato, presso la sala Galmozzi, Gaia Tortora ne ho avuto la conferma. Basta poco, a volte, capire una persona. E sicuramente, nel salutarla e nell’ascoltarla, ho percepito che ho avuto l’onore di conoscere una donna eccezionale


di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

BERGAMO -Presso la Sala Galmozzi, sita a Bergamo, in occasione sia della presentazione del suo libro dal titolo Testa alta, e avanti – In cerca di giustizia, storia della mia famiglia, sia per l’avvenimento che prevedeva (cosa poi avvenuta) verso le ore 19.30, della intitolazione dei giardini di Piazza Dante a Bergamo, alla memoria di suo padre Enzo, ho avuto il piacere di conoscere una donna eccezionale che di nome fa Gaia Tortora.

Sì, proprio lei, la figlia del noto Enzo Tortora, conduttore televisivo e radiofonico, giornalista, in seguito anche politico italiano, insomma, un uomo perbene, vittima, però, di un clamoroso non errore ma come qualcuno ha detto orrore giudiziario.

E fu proprio quarant’anni fa (il 17 giugno 1983) che Enzo Tortora fu arrestato, con quelle foto ignobili e poi pubblicate che lo ritraevano con lo sguardo sbalordito e le manette ai polsi e con l’accusa infamante di associazione camorristica e traffico di droga.

La sala Galmozzi, ieri, era gremita di persone, tutti quanti attenti a quello che avrebbero detto non solo Gaia Tortora ma anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il deputato del Partito Democratico Filippo Sensi, seduti accanto alla figlia di Enzo già giornalista televisiva, vicedirettrice del Tg La 7 e conduttrice del programma Omnibus. Presenti in sala anche l’avvocato Barbara Bruni e il Procuratore Chiappani. Il tutto registrato da Radio Radicale.

Ha introdotto la serata il sindaco Gori che ha ricostruito i primi momenti del cosiddetto caso Tortora ricordando come il famoso conduttore televisivo fu arrestato in base alle dichiarazioni dei pregiudicati “pentiti” Giovanni Pandico, detto ‘o Pazzo, noto, appunto, anche per i suoi disturbi psichiatrici e per la sua indole violenta e Pasquale Barra, camorrista, autore di 67 omicidi alcuni dei quali effettuati in carcere con una violenza inaudita e altri pregiudicati.

In quel periodo, ha ricordato Gori, l’opinione pubblica si divise tra innocentisti e colpevolisti e tra le voci a favore di Tortora, durante questa serata, si sono ricordate quelle di Enzo Biagi con il suo editoriale dal titolo E se Tortora fosse innocente?  e quelle di Vittorio Feltri.

Gori ha poi passato la parola a Gaia Tortora la quale, con estrema limpidezza, ha raccontato (cosa che naturalmente ha fatto in modo più accurato nel suo libro) che quando suo padre fu arrestato lei aveva quattordici anni e quella mattina si stava per preparare per recarsi a scuola per effettuare l’esame di terza media. Naturalmente fu un’esperienza che le cambiò, insieme alla sua famiglia, la vita. Anche se noi abbiamo notato una donna estremamente equilibrata tra sentimenti e razionalità, tanto da colpire molti di noi, spettatori di questo evento, proprio per questa sua capacità di elaborazione emotiva e intellettuale.

Ha impiegato un anno, Gaia, a scrivere questo libro, ci ha riferito. Testo che è nato, nonostante la riservatezza della sua famiglia, in base a una richiesta della casa editrice Mondadori.

“Sono stanca di bugie e di divisioni. La Giustizia – ha proseguito nel dire la figlia di Enzo Tortora – è un bene di tutti e quindi non ha nessun senso dividersi”.

I cosiddetti effetti collaterali di questa vicenda, di quello che ha patito Gaia e la sua famiglia, sono immaginabili o forse no. Ma questi effetti collaterali Gaia li ha descritti senza nessun “piagnisteo” anzi con forza e con grande dignità.

È intervenuto, poi, Filippo Sensi che si è soffermato sull’aspetto giudiziario e quello dell’informazione.  In base a quest’ultima tematica, Gaia Tortora, ha consigliato il pubblico presente di seguire più fonti di informazione per farsi poi una propria idea.

L’argomento Giustizia, inevitabilmente, è venuto fuori durante il dibattito.

La figlia di Enzo Tortora ha detto “Io credo nella Giustizia ma non voglio avere paura della Giustizia”. Una frase vera questa che noi, che ascoltavamo con attenzione, non abbiamo potuto che sottolineare nel bene con un caloroso applauso.

Gori è poi intervenuto parlando dei vari suicidi che avvengono nelle carceri, del sovraffollamento di questi istituti di detenzione.

 Riguardo la riforma Nordio, Gaia Tortora ha affermato che non bisogna avere paura di quello che sta facendo il Ministro della Giustizia che anzi deve proseguire per questa strada. Pur sottolineando, la stessa Gaia, che occorre anche garantire la certezza della pena per far in modo che gli italiani possono acquisire sempre più fiducia nella Giustizia italiana.

Questo ragionamento equilibrato della dottoressa Gaia Tortora ha confermato la sua visione di una Giustizia giusta, una visione che dovrebbe essere condivisibile da tutti.

Gori è intervenuto, in seguito, affermando che Nordio va sostenuto in questo suo “progetto”. D’accordo con il pensiero del sindaco di Bergamo si è dichiarato anche Filippo Sensi. I due auspicano, quindi, un dibattito a tal proposito nel loro partito.

“Questo libro – ha detto Gaia Tortora – può interessare tutti noi. Possibili vittime di varie ingiustizie. Molto di quello che facciamo è per voi perché ognuno di noi potrebbe incappare in un sistema malsano della Giustizia”.

Ha proseguito Gaia che, aver pubblicato le chat (private) della povera Giulia Tramontano (uccisa, insieme alla vita che portava in grembo, dal compagno), non aveva nessun senso se non quello di alimentare la morbosità.

Il lato umano di Gaia si è palesato anche quando ha affermato che “non dobbiamo avere paura delle nostre fragilità”.

Conclusa questa parte della serata, tutti quanti ci siamo recati presso i giardini di Piazza Dante per la cerimonia che sanciva l’intitolazione di questi giardini al nome di Enzo Tortora.

Gori, durante questa celebrazione, prima di svelare la targa, ha affermato che “Bergamo ha un debito con Enzo Tortora e la sua famiglia (Tortora trascorse alcuni mesi di quella ingiusta prigionia presso il carcere di via Gleno a Bergamo, ndr) e che non è una provocazione che la targa sia davanti alla procura, ma è un monito verso chi svolge il ruolo di amministrare la giustizia”.

Ha poi proseguito Gaia Tortora dicendo, riferendosi al Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, “…in passato qui c’era già una targa, vi è stata rubata davanti e neanche ve ne siete accorti”. I due, in seguito, si sono sinceramente abbracciati.

Ha continuato, Gaia, nell’affermare che “Non è una provocazione che questa targa sia qui e pensarlo è qualcosa che fa male: è un ricordo che fa male: è un ricordo di una persona che ha vissuto un’esperienza allucinante. Grazie a Bergamo perché so che conosce la sofferenza”, ha così concluso la figlia di Enzo Tortora.

Si è poi è svelata la targa seguita da un lungo nostro applauso.

Enzo Tortora morì da innocente. Morì forse per il dolore patito. Ma ieri sera era presente la sua forza, la sua tenacia che ebbe durante quegli anni oscuri della sua esistenza e che hanno lasciato un’eredità sicuramente colta da tutta la sua famiglia, ora palesemente dalla figlia Gaia (l’altra figlia di Tortora, Silvia se ne è andata da questa terra nel 2022).

Quando ho salutato, presso la sala Galmozzi, Gaia Tortora ne ho avuto la conferma. Basta poco, a volte, capire una persona. E sicuramente, nel salutarla e nell’ascoltarla, ho percepito che ho avuto l’onore di conoscere una donna eccezionale.

Il padre ne sarebbe sicuramente fiero.

Grazie Gaia!

Romano Scaramuzzino

ILa cover del volume a firma di Gaia Tortora
La Sala Galmozzi a Bergamo. Seduti a sinistra il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, al centro Gaia Tortora, a destra il deputato Filippo Sensi 
La dedica di Gaia Tortora al nostro inviato Romano Scaramuzzino che ha preso parte all’evento
Un primo piano della dottoressa Gaia Tortora nel corso della presentazione
Il momento che precede lo svelamento della targa in memoria di Enzo Tortora
 La targa è stata svelata. Ufficialmente, ora, i giardini di Piazza Dante a Bergamo sono dedicati al nome di Enzo Tortora. E il Primo piano della targa

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