Saturday, April 27, 2024
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A sorpresa anche quest’anno: l’Anno Nuovo!

Postilla: se qualche politico di sinistra si è offeso per le parole qui usate nei riguardi di civili ed emancipati paesi islamici, è pregato di rivolgersi all’ufficio lamentele sito in Qatar, la pratica verrà celermente passata all’ufficio mazzette


di Nicola Mongiardo –

L’opinione di Nicola Mongiardo per il Quotidiano l’Italiano

Il 2023 a livello geopolitico ci propone lo stesso “menù” dell’anno passato, la guerra russo-ucraina, l’Iran, lo Yemen, la Corea del Nord e la Cina, forse assisteremo all’aggiunta di nuovi “ingredienti”, in pillole vediamo cosa dobbiamo aspettarci.

Ucraina: Zelensky, durante la sua visita a Washington, ha chiesto a Biden di aspettare fino alla primavera prima di fare trattative di pace con Putin. L’obiettivo ucraino è quello di riconquistare più territorio possibile nei confronti dei russi. Senza questa sua richiesta l’accordo si sarebbe concluso nel periodo natalizio, gli americani hanno deciso di chiudere la “pratica” ucraina per concentrarsi sul fronte cinese. Finora gli americani hanno speso circa quaranta miliardi di dollari in armamenti e intelligence a favore dell’esercito di Kiev, quindi è chiaro a chi apparterrà l’Ucraina postbellica con buona pace dei filantropi europei.

Cina: ha studiato e continua a studiare l’atteggiamento dell’Europa nei confronti della Russia perché quando cercherà di riprendersi Taiwan le reazioni europee potrebbero essere molto simili, la Cina probabilmente si sta preparando ad un peggioramento dei rapporti diplomatici ed economici appunto con noi europei e ovviamente con gli USA, ma la questione Taiwan è cruciale nell’agenda politica di Xi Jinping, anche a costo di sacrificare la crescita del PIL.

Iran: le agitazioni si sono rapidamente trasformate in scontri di piazza, ci sono morti e feriti e clamorose proteste che non interessavano questo paese da molto tempo (almeno di queste proporzioni), il potere teocratico è stato messo in discussione soprattutto dalle donne, se la situazione dovesse peggiorare, il regime iraniano potrebbe creare “valvole di sfogo” per la massa puntando la ben rodata propaganda contro i soliti nemici: USA, Israele e Arabia Saudita, proprio gli arabi potrebbero essere il bersaglio preferito in quanto i più deboli a livello militare.

Yemen: è una conseguenza dell’Iran, non avrà pace fino a quando esisterà il regime di Teheran.

Corea del Nord: questa nazione ha soltanto la dittatura da offrire al mondo, con protagonista assoluto Kim che continuerà a “giocare” con i missili, la sua economia non esiste e vive di elemosina cinese, l’unica nota di rilievo viene dal Giappone che si sta riarmando in modo considerevole e forse Tokyo potrebbe iniziare a rispondere alle provocazioni nordcoreane sempre in ottica anti-cinese.

Qualche altra nazione farà parlare di sé tipo il Venezuela, qualche pseudo-stato africano dove avverrà il solito golpe militare e una probabile “new-entry” potrebbe essere l’Indonesia che a grandi balzi si sta portando verso il fondamentalismo islamico in salsa teocratica come l’Iran.

Postilla: se qualche politico di sinistra si è offeso per le parole qui usate nei riguardi di civili ed emancipati paesi islamici, è pregato di rivolgersi all’ufficio lamentele sito in Qatar, la pratica verrà celermente passata all’ufficio mazzette.

Nicola Mongiardo

Qatar e mazzette nello scandalo per pilotare il parlamento europeo

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