Monday, April 29, 2024
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Catanzaro e la Calabria, un appello per la loro rinascita considerazioni di un autore catanzarese residente nel nord Italia nel dopo-incidenti post derby vinto dai Giallorossi

La Calabria intera, avrebbero tutte le carte in regola per poter essere una città, una regione di tutto rispetto vista la loro storia, la loro cultura, la loro natura, il loro cibo. Ma, purtroppo, non è così. Con questi sentimenti, ieri, insieme ad altri calabresi residenti nel nord Italia, ho seguito la partita Cosenza- Catanzaro. Felice della vittoria della squadra della mia città, apprendo, oggi, anche dei tafferugli gravi che si sono riscontrati dopo questa competizione e che hanno visto coinvolte le parti estreme dei tifosi di entrambe le squadre con le forze dell’ordine, per forza di cose, che a loro volta sono dovute intervenire.


di Romano Scaramuzzino – dalla Redazione Sportiva per il Quotidiano l’Italiano

BERGAMO – Si è svolto il 3 marzo c.a., presso lo Stadio San Vito Gigi Marulla di Cosenza, il derby tra le due squadre calabresi del Cosenza e del Catanzaro, vinto dal Catanzaro Calcio per due reti a zero. Un derby molto sentito, come lo sono tutti quelli nel mondo strano, seppur appassionato, del calcio, sia italiano che internazionale. Una gara che ha un valore particolare per i catanzaresi e i calabresi che vivono fuori dalla loro città e regione.

Come ogni volta che la squadra giallorossa calca il terreno di gioco al fine di disputare le sue gare, con lo scopo, oggi, di salire dalla Serie B a quella già conquistata nel suo glorioso passato, e cioè la Serie A, su questo giornale sono stati prontamente pubblicati l’editoriale del Direttore Riccardo Colao e l’articolo del giornalista Lorenzo Fazio. A loro, quindi, è spettata la degna cronaca sportiva, tecnica e storica di questa partita. Chi scrive, invece, non è avvezzo a questo sport (che sempre di più valica i confini dello sport semplice e puro, visto il giro di denaro che circola in questo ambiente, tra ingaggi milionari dei calciatori di alto livello, sponsor e dirette televisive a pagamento) bensì è specialista di altre attività sportive ma è pur sempre un catanzarese, seppur viva da anni nella bergamasca, che era presente, vista la sua età, da piccolo, quella famosa domenica del 30 gennaio 1972, allo Stadio di Catanzaro quando il giocatore giallorosso Angelo Mammì segnò  lo storico e famoso goal contro la squadra della Juventus e proprio per quella rete, il Catanzaro, vinse contro la blasonata Juventus per 1 a 0.

Tanti sono i catanzaresi, i calabresi che vivono fuori la loro terra, sempre amata seppur con i suoi contrasti tra fattori positivi e negativi che la caratterizzano.  Sono, tra l’altro, un autore è quindi, la mia riflessione post-partita di ieri sera, è di ampio respiro.

Proprio un giorno prima di questo evento calcistico, ricevevo insieme ad altre persone, delle foto meravigliose del mare catanzarese, precisamente quelle di Soverato, comune di Catanzaro, da parte della mia carissima amica Rosalba (figlia di Osvaldo Mustara, catanzarese, classe 1940, già giocatore, negli anni Sessanta, per le squadre calabresi di Borgia e Chiaravalle, nel suo ruolo di centravanti, fervente tifoso del Catanzaro). Immagini che non ho esitato a pubblicare, con l’autorizzazione dell’amica, sulla mia pagina privata di Facebook.

“Panorama splendido”, qualcuno ha commentato sotto il mio post dove ho inserito la foto in questione. Già “panorama splendido”.

Come ho già scritto altrove, Catanzaro, la Calabria intera, avrebbero tutte le carte in regola per poter essere una città, una regione di tutto rispetto vista la loro storia, la loro cultura, la loro natura, il loro cibo. Ma, purtroppo, non è così. Con questi sentimenti, ieri, insieme ad altri calabresi residenti nel nord Italia, ho seguito la partita Cosenza- Catanzaro. Felice della vittoria della squadra della mia città, apprendo, oggi, anche dei tafferugli gravi che si sono riscontrati dopo questa competizione e che hanno visto coinvolte le parti estreme dei tifosi di entrambe le squadre con le forze dell’ordine, per forza di cose, che a loro volta sono dovute intervenire.

Un brutto epilogo, questo, per quella che poteva essere una gara, seppur molto sentita dai supporter dei due team, e che poteva essere diverso. Dispiace, in modo partciolare, che cittadini inermi, tifosi educati, siano stati vittime di questi scontri. Rimane un po’ l’amaro in bocca, quindi, per chi veramente ama il calcio, queste due città, la Calabria intera.

Sì, è vero, in questo strano mondo calcistico, è da anni che questi eventi violenti fanno parte della cronaca post-sportiva di tante società sportive e di varie città italiane (e non solo) e regioni della nostra Patria. Quest’ultima tanto citata ma poco protetta da varie circostanze delicate che interessano sia il suo interno che le sue relazioni internazionali.

La riflessione, quindi, parte dalla mia, dalla nostra città Catanzaro e dalla nostra regione calabra, per poi finire con la nostra Italia.

“La rabbia e l’orgoglio”, è il titolo del famoso libro di Oriana Fallaci (nota e grande giornalista italiana, con la quale non si può essere d’accordo completamente con il suo totale pensiero umano espresso, che poi, con chi lo si può essere pienamente in sintonia?), testo pubblicato nel 2001 e che è la versione estesa del suo articolo pubblicato sul quotidiano Corriere della Sera, dopo l’attacco terroristico alle Torri Gemelle, in America, dell’11 settembre 2001.

Ecco, toglierei la parola rabbia, ma lascerei ben volentieri “orgoglio”.

Catanzaro, la Calabria, l’Italia, dovrebbero partire, per una vera e propria rinascita, da un senso di orgoglio. Orgoglio per le proprie tradizioni varie che non tutti i territori hanno.

Un’impresa questa, difficile ma non impossibile. L’intenzione è almeno quella di tentare giusto per non avere rimorsi un domani. La Storia giudicherà non solo i popoli ma anche i singoli cittadini e noi vogliamo, con i nostri personali, modesti e no, contributi, far parte di questa rinascita.

Lasciamo qui scritto che ci proviamo. Che ci abbiamo tentato.

Con questa speranza nel cuore, guardiamo avanti, e ci prepariamo a scrivere il prossimo capitolo della nostra storia.

Romano Scaramuzzino

 Qui sopra e qui sotto due eellissime foto del 2 marzo scorso che ritraggono il meraviglioso mare catanzarese nello specifico quello di Soverato, comune di Catanzaro.
La notte è piccola nelle tende d’autore
  Nell’immagine soprastanta La squadra del Borgia (CZ), primi anni sessanta, con il catanzarese, Signor Osvaldo Mustara, centravanti. In alto lo si vede, ultimo a destra, contrassegnato da un punto celeste. Calciatore, sportivo, ma anche tifoso sempre del Catanzaro Calcio.
Nella foto sottostante il Signor Osvaldo Mustara (padre di Rosalba, carissima amica che ci ha inviato
le foto presenti in quest’articolo). Catanzarese, classe 1940, già centravanti,
negli anni sessanta’60, della squadra di calcio del Borgia e del Chiaravalle, entrambi appartenenti alla provincia di Catanzaro.
 Foto inviataci dei tifosi catanzaresi presenti allo Stadio Marulla di Cosenza durante uno dei tanti derby co Cosenza

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