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Friday, September 20, 2024
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Ci rivedremo a…Filippi Palermo vola sulle ali della vittoria e continua a puntare nei play off

Foto ci copertina di Pasquale Ponente – Al “Menti” protagoniste Juve Stabia e Palermo, gara valevole per il Secondo turno…


Foto ci copertina di Pasquale Ponente – Al “Menti” protagoniste Juve Stabia e Palermo, gara valevole per il Secondo turno play off del campionato di Serie C girone C. Qui di seguito risultato e tabellino.

Juve Stabia-Palermo 0-2: 18′ Valente, 66′ Saraniti

LA CRONACA DEL MATCH

IL TABELLINO:

JUVE STABIA (3-4-2-1): Farroni; Mulé (74′ Suciu), Troest, Elizalde (81′ Ripa); Scaccabarozzi, Berardocco (74′ Garattoni), Vallocchia (68′ Fantacci), Rizzo; Borrelli (75′ Cernigoi), Orlando; Marotta. A disp.: Gianfagna, Russo, Caldore, Esposito, Lia, Bovo, Iannoni. All. Padalino.

PALERMO (3-4-2-1): Pelagotti; Marong, Lancini (63′ Peretti), Marconi; Accardi (58′ Doda), Luperini, De Rose, Valente; Kanoutè (88′ Silipo), Floriano (63′ Broh); Santana (58′ Saraniti). A disp.: Faraone, Almici, Crivello, Corrado, Odjer, Martin. All. Filippi.

ARBITRO: Ricci di Firenze (assistenti di linea: Micaroni-Gualtieri).

MARCATORI: 18′ Valente, 66′ Saraniti

NOTE: Ammoniti: Troest, Elizalde, Marotta (JS), Luperini, Doda (P)

                                    di Benvenuto Caminiti (corrispondenza da Palermo)

Giacomo Filippi, subentrato a Boscaglia a fine febbraio,  ha rivoltato il Palermo come un calzino e in poco più di due mesi lo ha portato dal decimo posto in cui l’aveva trovato al settimo,  e da qui alla fase nazionale dei play off.

E lo ha fatto semplicemente facendo il suo lavoro, ovvero risistemare la squadra prima  mentalmente e poi tatticamente.

Mentalmente, perché ha rigenerato giocatori che sembravano diventati dei patetici “ex”, uno su tutti Roberto Floriano.

Tatticamente, perché ha rifondato la squadra, restituendo ciascun giocatore il suo ruolo naturale (Valente, ad esempio, è tornato ad interpretare la “parte” dell’ala, come si intendeva una volta (detta anche “ala tornante”) e ha ridisegnato il modulo di gioco in un inedito 3-4-2-1.

Un lavoro, quello di Filippi, sempre alla luce del sole, con parole chiare sia nel chiuso dello spogliatoio con i suoi ragazzi (come, da buon papà – polso fermo e cuore forte – li chiama sempre lui) che in pubblico, nelle conferenze stampa, sia pre che post-partita.

Parole chiare e scelte tanto ponderate quanto ferme: tipo, l’esclusione per motivi tattici di Saraniti, anche se, con l’infortunio del bomber Lucca, la squadra sarebbe restata senza un centravanti vero: “L’ho visto male negli allenamenti, per questo l’ho mandato in tribuna – ha spiegato poi in conferenza – io faccio giocare chi si allena bene e sente la partita come dico io!”.

Il trainer del Palermo Filippi che ha restituito smalto e vigore alle aquile rosanero

Provo un forte sentimento di affetto e simpatia per Filippi, che, pur non avendo mai fatto l’allenatore in prima ma per oltre un decennio solo e sempre il vice di Boscaglia, ne ha raccolto l’eredità col piglio dell’uomo che sa quel che c’è da fare, senza tentennamenti, come già sapesse come e quanto andava risistemata la sua squadra.

E così è stato, in un lavoro tenace, costante, silenzioso e, per questo, estremamente efficace; ha ricostruito, per primo, il morale dei suoi ragazzi, uno per uno, lunghi discorsi sempre mirati a tirar fuori da ciascuno le scorie di un lungo periodo di problemi irrisolti soprattutto per difficoltà di comunicazione con il precedente allenatore. E, pur debuttando sulla panchina del Palermo con la partita più difficile del mondo, il derby col Catania al “Massimino”, lui l’ha affrontata a viso aperto, con uno schieramento che non lasciava spazio né ad eccessivo tatticismo ma puntando su una coesione del gruppo, mai vista prima

E quell’esordio gli assegnò subito le stimmate del “salvatore della patria”, perché il  “suo” Palermo, pur ridotto in dieci, violò il “Massimino” con un gol strepitoso di capitan Santana:  uno squillo di tromba, di quelli che risvegliano la truppa da un sonno durato troppo a lungo.

E, come già detto, raggiunti i  play off, in settima posizione, ha superato di slancio il primo step (2-0,in casa, al Teramo) e il secondo (ancora 2-0 alla Juve Stabia, in trasferta), così da accedere alla fase nazionale (domenica prox al Barbera ce la vedremo con l’Avellino).

Insomma, dal lungo sonno del periodo-Boscaglia, colpevolmente protrattosi troppo a lungo, al riscatto: di una squadra, e non solo; di una società, che era stata molto criticata per le sue scelte precampionato (leggi, soprattutto, ritiro e mercato estivo tropo tardivi) e, soprattutto del “popolo rosanero”, costretto a ingoiare bocconi amari uno dopo l’altro e per troppi lunghi interminabili mesi.

Unì ultima nota, prima di chiudere: De Rose, l’unico acquisto del Palermo nella sessione invernale si è rivelato prezioso: con lui abbiamo finalmente trovato il regista a tutto campo, bravo nel chiudere e nel far ripartire l’azione.

Benvenuto Caminiti

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