Friday, April 26, 2024
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Ferita la mente, ferito anche il corpo. La psicosomatica: due illustri studiosi di questa scienza medica: Henri Laborit e Paolo Pancheri

La popolazione italiana (ma anche internazionale) già colpita dal Covid poi anche dal precariato sistema economico in cui versano tante persone e famiglie, si è dovuta confrontare con il conflitto russo-ucraino che sempre di più coinvolge nazioni di tutto il mondo. Tutto questo, naturalmente, non può far altro che amplificare una tensione psichica già esistente tra gli italiani.


di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

BERGAMO – Dovrebbe essere ovvio, ai tempi nostri, con la conoscenza che abbiamo, il legame che esiste tra corpo e mente e come entrambi si influenzano. Una mente sofferente, tormentata è probabile che riversi il proprio malessere sul corpo. Così come il nostro organismo, il nostro fisico non adeguatamente tutelato e accudito può interagire in modo negativo con la nostra mente, il nostro stato d’animo. E se già Decimo Giunio Giovenale (poeta e retore romano, vissuto tra il 55 e il 140 d.C.) nelle sue Satire (titolo originale Saturae) afferma che “Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano” ( da qui la famosa locuzione latina “Mens sana in corpore sano” ovvero “mente sana in corpo sano”) dobbiamo concludere che questa saggia considerazione del Giovenale non è altro che il preludio (o uno dei preludi) a quella che è poi diventata una scienza medica affermata e cioè la psicosomatica.

Quest’ultima fa parte della medicina e della psicologia clinica che studia il rapporto tra un disturbo somatico, del nostro corpo, quindi, con una possibile causa mentale, psicologica.

Due veri e propri giganti della medicina, della psichiatria mondiale che hanno studiato in modo approfondito tale materia scientifica sono stati Henri Laborit (nato ad Hanoi, in Vietnam, il 21 novembre 1914 e deceduto il 18 maggio 1995 a Parigi) e l’italiano Paolo Pancheri (nato a Milano il 16 giugno 1938 e venuto a mancare il 10 agosto 2007 a Roma).

Se Laborit, in Italia, era ed è conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, il Professore Paolo Pancheri, essendo italiano, era invece noto non solo dagli specialisti psichiatri ma anche da una buona parte degli italiani. Anche per via dei suoi interventi, richiesti, dai vari mass media, ai quali il Professore si concedeva con cautela. Vivace era, tra l’altro, la sua opera per far si che la psichiatria non venisse considerata come la Cenerentola della medicina. Organizzatore di eventi e conferenze, apprezzato medico e scienziato, amato dai suoi pazienti anche per la sua umanità e deontologia medica, Pancheri ha lasciato un vuoto che nessun suo collega italiano ha saputo colmare.

Infatti, attualmente, tranne qualche nota sporadica sui media di qualche psichiatra, nessuna voce si è levata in modo influente non solo nel sottolineare l’aumento del disagio emotivo ma anche nel proporre soluzioni a questi malesseri dell’anima che le situazioni sociali nazionali e internazionali stannoaggravando, complice anche una classe politica e medica di basso livello.

La popolazione italiana (ma anche internazionale) già colpita dal Covid poi anche dal precariato sistema economico in cui versano tante persone e famiglie, si è dovuta confrontare con il conflitto russo-ucraino che sempre di più coinvolge nazioni di tutto il mondo. Tutto questo, naturalmente, non può far altro che amplificare una tensione psichica già esistente tra gli italiani.

Giusto per cronaca, riportiamo il grido d’allarme dello psichiatra emerito, Professore Claudio Mencacci di Milano che ha affermato come tutti questi fattori sociali negativi, tra cui la stessa povertà, ovviamente ma anche scientificamente, non possono far altro che aggravare lo stato mentale della popolazione italiana. Includiamo, anche, il parere della Dottoressa Emi Bondi, attuale Presidente della Società Italiana di Psichiatria, sul persistere dello stigma sulle malattie mentali, delle carenze organizzative e della mancanza di personale addetto a questo settore della medicina.

Non è strano, quindi, apprendere che i disturbi psicosomatici, tra bambini e adolescenti, sono in aumento così come affermano i pediatri della Simpe (Società italiana medici pediatrici) e quelli di Paidoss (Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza).

Il Professore Laborit aveva sviluppato una teoria basata sul concetto dell’inibizione all’azione, attraverso una serie di esperimenti sui ratti, aveva dimostrato che, in condizioni di estremo stress, i ratti producono somatizzazioni, sotto forma di ulcere, cosa che non avviene se invece possono fuggire o sfogare l’aggressività combattendo. Laborit aveva dimostrato, attraverso i suoi studi, la correlazione tra stress mentale e malattia.

Paolo Pancheri, altro esperto a livello mondiale sulla psicosomatica, scrisse numerose opere a tal proposito come Stress, emozioni, malattia. Introduzione alla medicina psicosomatica (del 1980), Trattato di medicina psicosomatica (del 1984). Psicosomatica dei disturbi cardiaci (del 1995).

Insomma, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno di “scomodare” gli studi di questi due illustri scienziati (che, però, sentitamente ricordiamo e ringraziamo), il macrocosmo della politica italiana e internazionale ma anche il microcosmo dei nostri rapporti personali, dovrebbero, ripetiamo, dovrebbero, mettersi una mano sulla coscienza prima di prendere decisioni sociali o prima di aprir bocca. Perché, in fin dei conti, per far del male ad una persona non è necessario alzare le mani: basta agire o parlare in modo sconsiderato.

Romano Scaramuzzino

Fonte:

La psicosomatica a livello mondiale, a sinistra il Professore Henri Laborit, a destra il Professore Paolo Pancheri

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