Sunday, April 28, 2024
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La Storia d’amore di Massimo Flumeri “bersagliere alato” con la moglie Silvia

Figlio di Vittorio ed Eros Chierici, primo di tre fratelli, continua ancora oggi, a portare avanti i valori della sua famiglia insieme al fratello rimasto Claudio


di Romano Scaramuzzino – dalla Redazione Cultura e Storia per il Quotidiano l’Italiano

BERGAMO – Il 4 e 5 giugno 1944, i soldati della V armata statunitense, guidati dal generale Mark Wayne Clark, dopo aver abbattuto le ultime ostilità dell’esercito tedesco, entrano a Roma liberandola.

Pochi giorni dopo, esattamente il 7 giugno, nasce nella Città eterna un uomo che è un vero e proprio personaggio ovvero Massimo Flumeri. Ottanta anni di esperienze, di storie e conoscenze straordinarie che meritano di essere qui raccontate, seppur in modo conciso.

Figlio di Vittorio ed Eros Chierici, primo di tre fratelli, continua ancora oggi, a portare avanti i valori della sua famiglia insieme al fratello rimasto Claudio, già colonello dell’aeronautica. Valori acquisiti dalla sua parentela con tradizioni militari. Il padre, maresciallo dell’aeronautica, il prozio, Emilio Guglielmotti, Sottotenente dei bersaglieri nel 1866 e, tra l’altro, fondatore e primo Presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri (di questo illustre militare, ci sarebbe tanto da dire, qui, ne accenniamo solamente qualcosa, nda). Lo zio, Tenente Enrico Guglielmotti, 70° Squadriglia caccia X° gruppo aeroplani proveniente dal 13° Bersaglieri. Partecipò alla Prima guerra mondiale venendo decorato con due medaglie al valore, una d’argento e due di bronzo.

Massimo inizia la scuola a Roma, per poi proseguire al liceo scientifico “Camillo Cavour”. Si iscrive, in seguito, all’Università “La Sapienza” per studiare matematica.

Avendo iniziato a praticare Judo (la nota arte marziale giapponese) all’età di 16 anni e per 8 anni, presso la S.S. Judo Fiamma Yamato con l’illustre Maestro giapponese Noritomo “Ken” Otani,  ebbe modo di conoscere personaggi del Judo italiano e internazionale come il noto Maestro Nicola Tempesta, che, tra l’altro, partecipò alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 ( le prime per il Judo) insieme a Bruno Carmeni (attualmente 9° Dan di questa disciplina) di cui Flumeri è  amico, soprattutto del fratello, il Maestro Tullio Carmeni.  

Nel corso di questo cursus studiorium, per ben due volte vince i Campionati Universitari di Judo.

Al terzo anno di studi, interrompe il corso a seguito della morte prematura del padre, avvenuta durante un’incidente nel servizio presso il reparto sperimentale di volo di Pratica di Mare (frazione nel comune di Pomezia, nella città di Roma Capitale).

Orfano di servizio, Flumeri, entra nel corso allievi ufficiali dei bersaglieri a Caserta nel 1967.

Riceve la destinazione finale a Civitavecchia, raggiungendo il desiderio e l’obiettivo di rimanere nella forza armata ovvero la cosiddetta rafferma.

A Pasqua, aprile del 1966, a Roma, durante una festa di compagni di scuola. incontra una bella e dolce ragazza di nome Silvia Bindi (all’epoca diciannovenne), con la quale si fidanzerà nel 1967. All’età di 21 anni, Silvia insegna lettere ed educazione fisica a Roma, dopo aver acquisito il diploma di scuola magistrale e aver frequentato un corso al CONI:

Flumeri raggiunge la destinazione di Bellinzago Novarese, in Piemonte, nel 1969.

Per non allontanarsi dalla sua amata, il nostro personaggio chiese di uscire anticipatamente dalle forze armate assumendo poi l’incarco civile presso la compagnia di assicurazioni Fata nel 1970 per dieci anni.

Il 21 settembre del 1972, si sposa con Silvia. I due hanno due figli, Massimiliano e Marco. Silvia lascerà la sua attività lavorativa dopo la nascita del figlio Marco.

Nel 1973, Flumeri, inizia anche la sua attività nell’ambito della sicurezza elettronica avendo acquisito queste competenze durante il suo percorso militare con un compagno del corso allievi ufficiale già ingegnere meccanico oltre ai suoi studi personali. Proprio nel 1973, infatti, apre una società che si occupa di sicurezza elettronica e viste le sue competenze per 16 anni (dal 1978 al 1994) si occupa della sicurezza tecnica del Quirinale e di quattro Presidenti della Repubblica che conoscerà personalmente: Leone, Pertini, Cossiga e per due anni, Scalfaro, oltre a quella di svariati Enti pubblici e partiti, tra cui la Democrazia Cristiana.   

Tra i vari esponenti di questa corrente politica ebbe modo di conoscere anche Giulio Andreotti.

Sempre nel campo di questo tipo di sicurezza, si occupa, nel 1977, di quella per le ambasciate italiane presso Tripoli, Vienna, Varsavia, Mosca, di tutti i paesi dell’est quando ancora c’era l’Unione Sovietica.

Per 38 paesi contribuisce alla sicurezza dei nostri coloni in Ambasciate all’estero, collaborando per i vari servizi di sicurezza del posto. Nel 1982 consegue il Premio Mercurio d’oro come imprenditore.

Nei suoi anni di vita avventurosa, Flumeri incontra personaggi illustri sia italiani che stranieri e vive dei veri e propri episodi (impossibile citarli tutti) veramente particolari come l’incidente aereo avvenuto con il Dott. Angelo Canale, attuale Presidente onorario della Corte dei conti.

Era il 9 novembre 2013, quando il Flumeri si apprestava a prepararsi per recarsi a un raduno di Bersaglieri, allorché venne invitato dal Dott. Canale a fare un volo fino a Gaeta e ritorno, con il suo Partenavia P-92 Charlie I-DDAC. Flumeri accettò con entusiasmo.

All’aeroporto dell’Urbe, i due partirono. Ma durante il volo, in alto, 3.000 metri di altitudine, passò loro un jet, forse un Boeing 737 diretto a Roma. Percorrendo la rotta dell’andata, Flumeri e Canale, arrivarono sul Raccordo Anulare all’altezza della Pontina e lo seguirono sino alla Tiburtina. In quel momento il motore si spense. Il Dott. Canale cercò inutilmente di riavviarlo. Si provvide, quindi, a lanciare per radio un “India Delta Delta Alfa Charlie Mayday Mayday” e alla individuazione di un campo su cui tentare un atterraggio, che poi avvenne con successo.

Flumeri e Canale uscirono illesi dall’aereo, da Charlie, mentre giunsero sul posto due macchine dei Carabinieri, due della Polizia, una autopompa dei VV.FF. e un’ambulanza.

Massimo Flumeri è amico, anche, del Dott. Bruno Contrada, già bersagliere anche lui, illustre poliziotto italiano, vittima di un dubbio processo giudiziario.

Nei suoi viaggi all’estero, Flumeri ha conosciuto, in Somalia, il Presidente Mohammed Siad Barre, nello stato dello Yemen, il vicepresidente Shuamalia. In Russia, il collega di Putin, Vladimir Zatechneev, che si occupava della sicurezza di vari enti di stati russi tramite l’organizzazione “Pravoporiadok”.

Dal 2000 al 2006 è stato qualificato dalla Homeland Security e dal Department of Justice della Pennsylvania per la consulenza, progettazione e realizzazione di sistemi di sicurezza negli U.S. in collaborazione con la Drexel University di Philadelphia.

Negli anni Ottanta si è attivamente occupato di mettere in sicurezza tribunali e carceri dettando con il Generale Abelardo Mei, vicedirettore del SISMI, le normative antiterrorismo per i luoghi sensibili, progettando e realizzando l’Aula Bunker del processo Moro, dando la normativa per le tecniche antiterrorismo sul territorio.

Ha occupato dal 1998 al 2014 posti di rilievo nella Associazione Nazionale Bersaglieri.

Rimasto solo dopo la perdita di Silvia, avvenuta nel 2020, ha come obiettivo la tutela e la trasmissione dei valori patriottici.

Attualmente ricopre il ruolo di Delegato della Delegazione Romana dell’I.N.G.O.R.T.P. (Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon) e Presidente della Sezione Enrico Toti della Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Roma.

È definito il Bersagliere Alato sia per i Brevetti di Pilota di cui è in possesso che per i suoi valori morali e militari.

Vive oggi, solo, ad Anzio. Attorniato, però, dai suoi numerosi e cari amici e parenti. Con le sue varie storie da raccontare – alcune pubblicate nella sua pagina Facebook – corredate da foto (ne ha circa 6.000 in possesso) e da documenti, e nel ricordo perenne, giornaliero di quella giovane ragazza, Silvia, che conquistò per sempre il suo cuore.

Massimo Flumeri, il Bersagliere Alato, con un’esistenza così intensa e interessante, ci fa riflettere che l’idea di narrare la sua vita, in modo esaustivo, con un libro, sia un progetto corretto, affinché la sua esistenza non resti confinata in un cassetto di ricordi, bensì sia condivisa, specialmente con le nuove generazioni, come autentica esperienza di vita, insegnamento e storia.

Massimo Flumeri è più di un bersagliere, è un custode di una storia ricca e avvincente, un ponte vivente tra passato e presente. Questo e non solo questo, quindi, è Massimo Flumeri, il Bersagliere Alato.

Romano Scaramuzzino

 Yemen, precisamente nella sua capitale Sana’a. Nella foto, il secondo da sinistra,
l’allora Vicepresidente dello Yemen, Shumaila. Alla sua sinistra, Massimo Flumeri.
Nella foto il personaggio Massimo Flumeri, il Bersagliere Alato.
I due giovani Massimo Flumeri con la sua adorata moglie, Silvia Bindi. Protagonisti di un grande amore
senza fine.
Un giovane Flumeri bersagliere
La notte è piccola nelle tende d’autore
  Massimo Flumeri con la sua amata moglie Silvia Bindi. Dopo aver pronunciato il fatidico sì

Il Dott. Angelo Canale, attuale Presidente onorario della Corte dei Conti, il 9 novembre 2013, vicino
al maresciallo dei Carabinieri. Foto dopo l’atterraggio non solo di fortuna, a seguito dell’incidente
che abbiamo riportato nel nostro pezzo.

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Le condizioni del velivolo dopo il fortunoso atterraggio, a seguito dell’incidente. L’aereo da turismo e il suo atterraggio “miracoloso”. Aneddoto che abbiamo racconto nel nostro articolo. Illesi i due che erano a bordo ovvero Massimo Flumeri e l’allora viceprocuratore
generale della Corte dei conti, Dott. Angelo Canale.
Stemmino, regalato al Flumeri, della organizzazione russa “Pravoporiadok”.

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