Wednesday, May 15, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


L’ex pm ed ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris condannato per diffamazione aggravata ma in galera non ci va mentre il carcere è aperto per chi ancora deve essere processato

“De Magistris è stato ieri condannato in appello in una dei numerosi giudizi in cui compare sul banco degli imputati per diffamazione aggravata. Molti ricorderanno i due giganteschi flop che misero a soqquadro l’opinione pubblica calabrese: “Poseidone”, definito con decreto di archiviazione del gip di Catanzaro in data 3 novembre 2011, e “Why Not”, (sentenza di assoluzione per l’insussistenza del fatto del Tribunale di Salerno in data 20 aprile 2016).
Tutti ricordano, grazie alla grancassa mediatica (che dire del “gemello” Giletti ?) il combattente intrepido, la sua travolgente carriera politica. Pochi conoscono oggi le vicende del pluricondannato per diffamazione. Che, fra l’altro, con la massima faccia tosta (e il consueto favore dei media amici) continua a proporsi al grande pubblico con le sue profonde riflessioni sulla guerra in Ucraina. Ma De Magistris, pluricondannato, ha conosciuto le carceri?
Pittelli, incensurato, fra le vittime delle diffamazioni di De Magistris, si.”.


di Riccardo Colao (Direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – Il “Bel Paese” non è poi così bello come lo descrivono le immagini a colori stampate sulle cover plastificate delle migliori riviste di turismo.

Dietro alla facciata che invita turisti e stranieri a visitarlo c’é la realtà di una democrazia malata sino al midollo della Repubblica dove “nani e ballerine“, sulle spalle di qualche gigante, appaiono quotidianamente sulla platea per replicare le trame con l’ausilio di facce mascherate dell’ipocrisia politica.

In un “Paese” normale, men che bello come l’Italia, per la vita di qualsiasi cittadino lo Stato dovrebbe avere a cuore alcune prerogative: la pace sociale, il lavoro, le cure sanitarie, la libertà di pensiero e di culto… insomma pochi, ma sostanziali requisiti, almeno per ipotizzare di credere che sia possibile raggiungere la felicità confidando nelle proprie aspirazioni spirituali e materiali.

Al contrario, in Italia, se qualcuno tenta o magari finisce per mettertelo in quel posto – com’é giusto che sia, ci si rivolge a chi è preposto al mantenimento dell’Ordine Pubblico e della Giustizia, ma il più delle volte ci si sente dire che “non è possibile intervenire“, che “la legge tutela anche il prepotente“, che “è una questione civile e bisogna ricorrere alla magistratura e intentare una causa“… a volte si arriva a garantire persino a pluricondannati di non fare un giorno di carcere mentre in galera ci va magari chi è incensurato… Una situazione paradossale che mina la stessa democrazia e il concetto tanto esternato della “legge uguale per tutti“… quando per gli amici si interpreta e per i nemici si applica!

Per questioni risibili, dove negli USA un giudice terzo ha capacità e prerogative di risolverle in una sola seduta dibattimentale, in Italia i contenziosi assumono proporzioni impensabili… Ammesso che si riesca ad arrivare alla prima udienza in un anno se ne svolgono al massimo due e così strada facendo si finisce per imboccare la strada diritta di un calvario interminabile dove – via via – possono mutare il giudice, gli avvocati e quant’altro tanto che per ottenere il riconoscimento dei propri diritti trascorrono lustri… mentre il “colpevole”… chi avrebbe dovuto assolvere agli obblighi assunti… chi ha occupato abusivamente un immobile… chi ha rubato… resta impunito a godersi il frutto della sua prepotenza. E’ contro queste ingiustizie sociali che i magistrati dovrebbero scendere in campo utilizzando tutte le forze e le prerogative di legge di cui dispongono… Sono questi i magistrati (il più delle volte anonimi, che non frequentano salotti in tv, che non fanno gli autori di libri a tempo perso, che non rilasciano proclami, che non concorrono nei vertici dell’ANM, che non traslocano nelle stanza dei ministeri) che reggono ‘intero peso della Giustizia Italiana. A loro va il riconoscimento dei cittadini che credono nella funzione di un Magistrato.

Nel “Penale” la situazione è incredibilmente ancora più complicata. La maggior parte dei processi è indiziaria. Quelli “veloci” appartengono alla categoria del “reo confesso“. Gli altri – esplicitamente dove il teorema dei pm è alla base delle accuse da provare e discutere – si inseriscono in uno speciale girone infernale e l’imputato (anche se palesemente innocente) viene trascinato in vorticose situazioni kafkiane.

La Legge affida ai pm la facoltà di espletare il proprio lavoro cercando prove a carico e a discarico dell’indagato. Chissà per quale ragione i pm propendono quasi sempre per “accusare” più che discolpare … La magistratura giudicante ha così di fronte il solito dilemma: avranno ragione i colleghi dell’ordine giudiziario o le tesi degli avvocati … Non esiste parità tra accusa e difesa… Un esercito di carabinieri, poliziotti e finanzieri sono alle dipendenze dei pm… Ai legali non resta che rivolgersi agli investigatori privati o alla loro buona volontà e al fiuto del professionista che deve rispondere solo alla deontologia e al suo cliente.

Ogni tanto comunque anche un ex pm può arrivare ad essere indagato e poi trovarsi dalla posizione di imputato a quella di condannato.

E’ accaduto a Luigi De Magistris, l’ex pm catanzarese, ex sindaco di Napoli, ex candidato (trombato) presidente alla Regione Calabria (“ammazza quanti ex” avrebbe commentato Alberto Sordi) che si è beccato una prima condanna dal tribunale di Lametia Terme per diffamazione ai danni di Salvatore Murone che “quando io ero sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro era Procuratore aggiunto» – ha commentato e precisato De Magistris.

Il giudice monocratico lo ha condannato a 4 mesi (pena sospesa) e al risarcimento dei danni in favore della parte civile. 

Ma già nel 2014 il “sor Luigi” era stato raggiunto da una condanna ad un anno e tre mesi di reclusione per abuso d’ufficio quando era pm a Catanzaro per l’acquisizione di utenze telefoniche. (Stessa condanna era stata comminata per il consulente Genchi, altro personaggio che non ha lesinato festeggiamenti e bevute di spumante al momento del coinvolgimento dell’avv. Pittelli nella indagine “Rinascita Scott). l 21 ottobre 2015 – com’é giusto riportare correttamente la Corte d’Appello di Roma presieduta da Ernesto Mineo ha poi assolto Gioacchino Genchi e Luigi de Magistris dall’accusa del reato abuso d’ufficio per l’illecita acquisizione dei dati di traffico dei parlamentari, riformando la sentenza di primo grado.

E allora ci si chiede: qual è il metro perché un cittadino finisca o meno in galera? Prendiamo ad esempio il caso dell’avv. catanzarese Giancarlo Pittelli: 19 mesi di carcerazione preventiva e richieste di ricondurlo in una cella sulla base di cosa? Il processo a suo carico non si è concluso e nel dibattimento è emersa buona parte della sua innocenza… eppure lo si è sottoposto ad un regime di restrizione ai domiciliari con tanto di sorveglianza strettissima, e come se non bastasse si è fatto ricorso a strani personaggi “penti e collaboratori di giustizia” affiorati nella ricerca di nuove accuse con cui coinvolgerlo nel gioco al massacro sulla sua pelle.

Per il condannato, ex collega, De Magistris nemmeno un giorno al “gabbio”

Ci piace riprendere – a conclusione delle nostre esternazioni – una dichiarazione del dott. Enrico Seta Coordinatore del Comitato Pro Libertà Pittelli che ben restituisce l’idea della situazione che stiamo vivendo e la stigmatizza: “De Magistris è stato ieri condannato in appello in una dei numerosi giudizi in cui compare sul banco degli imputati per diffamazione aggravata. Molti ricorderanno i due giganteschi flop che misero a soqquadro l’opinione pubblica calabrese: “Poseidone”, definito con decreto di archiviazione del gip di Catanzaro in data 3 novembre 2011, e “Why Not”, (sentenza di assoluzione per l’insussistenza del fatto del Tribunale di Salerno in data 20 aprile 2016).
Tutti ricordano, grazie alla grancassa mediatica (che dire del “gemello” Giletti ?) il combattente intrepido, la sua travolgente carriera politica. Pochi conoscono oggi le vicende del pluricondannato per diffamazione. Che, fra l’altro, con la massima faccia tosta (e il consueto favore dei media amici) continua a proporsi al grande pubblico con le sue profonde riflessioni sulla guerra in Ucraina. Ma De Magistris, pluricondannato, ha conosciuto le carceri?
Pittelli, incensurato, fra le vittime delle diffamazioni di De Magistris, si.
“.

Meditiamo amici lettori, meditiamo!

Luigi De Magistris dal banco del pm alla “gabbia” dell’imputato. Condannato più volte per vari reati ascritti non ha mai vissuto neppure un giorno in galera

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