Presunto adescamento di minori nella bergamasca Ragazzina dodicenne avvicinata con modi equivoci da un muratore alla guida di un furgone. A dicembre la sentenza!
Una strana analogia con il caso di Yara Gambirasio. Alcune modalità di questo evento ricondurrebbero all’episodio in cui perse la vita la giovane ginnasta
di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano
BERGAMO – Ci troviamo nella bergamasca, l’1 marzo 2019, quando un appuntato scelto dei Carabinieri di Caravaggio (provincia di Bergamo) riceve una telefonata da parte della mamma di Laura, amichetta di Giovanna (entrambi i nomi sono di fantasia, nda), Giovanna che ha solo dodici anni.
La donna avvisa il militare che verso le ore 16, Giovanna, mentre cammina da sola nei pressi della palestra comunale del suo paese, nella periferia trevigliese, viene avvicinata da un uomo che conduce un furgoncino bianco e che cerca un approccio con la ragazzina, inizialmente esprimendo apprezzamenti sul suo fisico, per poi invitarla a salire sul suo mezzo.
Giovanna, anche se preoccupata, continua a camminare. Il proprietario del furgoncino, vista la reazione della ragazzina, non prosegue con il presunto adescamento e se ne va.
Intanto Giovanna, giustamente preoccupata, telefona alle sue amiche che la raggiungono sul posto e proprio la mamma di una di queste, come già detto, allerta i carabinieri che iniziano con le loro indagini. Indagini che, grazie alle telecamere, confermano la presenza a quell’ora della ragazzina e del furgoncino, un Fiorino.
Anche se non si vede la prima fase relativa alle presunte “lusinghe” sono chiare, appunto, le immagini di Giovanna e del Fiorino lungo lo stesso tratto di strada dove sarebbe avvenuto l’adescamento. Tra l’altro, l’uomo alla guida del furgoncino, è ben visibile dal finestrino del suo mezzo.
Visibile è anche la targa del Fiorino che è intestato a un’impresa edile di Verdello.
L’investigazione continua sui dipendenti di questa impresa e sulle le loro patenti, una delle quali contiene una foto che ritrae un uomo molto somigliante a quello ripreso dalle telecamere e che corrispondere a tale G. F. di 66 anni.
Il racconto di Giovanna viene verbalizzato in modalità protetta con una psicologa.
Il 15 novembre scorso, davanti al giudice monocratico Laura Garufi, G.F. non si presenta. Lo fanno, invece, il suo avvocato, Mario Tacchinardi del foro di Cremona, e il carabiniere di Caravaggio, Damiano Spinelli.
A carico di G.F., nel processo, si ravvisa il reato di adescamento di minori.
L’avvocato dell’imputato ha rigettato tutte le accuse dichiarando che “Il mio assistito usciva da un parcheggio dopo una manovra. Guarda a sinistra, dall’altra parte rispetto alla dodicenne che era avanti di 15 metri, per immettersi sulla strada. Le telecamere non riprendono nessun avvicinamento. Comunque, se c’è stato, non c’era nessuna intenzione di adescare”.
In più, sempre secondo l’avvocato: “È un bene che ci sia la videoregistrazione in cui lei parla, perché dice di aver letto il labiale, non di aver sentito le parole perché c’era molto traffico. Inoltre, è sempre stata al telefono. Per altro, è stata sentita dopo un mese in cui aveva parlato più volte in diverse situazioni”.
Il 20 dicembre prossimo, l’imputato, si troverà di fronte al giudice e quel giorno si attenderà anche la sentenza e se è pur vero che siamo garantisti, vogliamo anche sottolineare il coraggio di Giovanna, la solidarietà delle sue amiche e il senso civico della mamma di Laura ma anche la solerte operazione d’indagine fatta in merito.
Perché noi, come società, dobbiamo anche dare il giusto valore a questo tipo di denunce che ricordano un caso tristemente molto simile, quello di Yara Gambirasio.
E se G.F. è innocente? Giusto. Ma dobbiamo porci anche un’altra domanda è se Giovanna poteva essere un’altra Yara?
Non possiamo che sperare che la Giustizia ci dica la verità ma vogliamo anche riportare, infine, altre due considerazioni.
Oggi come oggi le strade sono ancor meno illuminate di sera, rispetto a qualche tempo fa. Il che non può che agevolare il crimine in genere e l’utilizzo delle telecamere. Indispensabili per l’accertamento dei reati.
Romano Scaramuzzino
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