Sunday, May 12, 2024
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Regione Calabria: Alessandra Baldari, Luciana Giordano e Antonio Bertoletti (CGIL, CISL, UIL) rispondono all’assessore Pietropaolo

L’Assessore prova a creare dei distinguo tra l’azione sindacale confederale e
“l’atteggiamento” delle sigle della funzione pubblica, che sarebbe animato solo dalla
tutela del personale interno alla Regione Calabria, ostacolando l’innesto di nuove
professionalità provenienti dall’esterno con processi di mobilità per arricchire le
competenze dell’Ente.


di Pasquale Talarico per il Quotidiano l’Italiano dalla Redazione Catanzarese

CATANZARO – La replica dell’Assessore Pietropaolo alle contestazioni delle Scriventi, crea stupore ed
esige dei chiarimenti che ci saremmo risparmiati volentieri.
Preliminarmente è necessario contraddire le affermazioni che attribuiscono alle
OO.SS. del comparto pubblico, l’intenzione di assumere posizioni e avanzare richieste
che comprometterebbero il ricambio generazionale della Pubblica Amministrazione
in Calabria, nel sostenere che il bando prodotto dalla Regione per l’assunzione di 113
funzionari avrebbe dovuto essere strutturato diversamente e, per questa via, secondo
l’assessore, avrebbe escluso l’opportunità di partecipazione ai giovani. Allo stesso
modo, contestiamo l’attribuzione di richieste o pretese volte a produrre violazioni o
subdole operazioni per aggirare la legge in materia di reclutamento.
Invero, le scriventi, hanno sempre contrastato le operazioni della politica, variamente
intesa, che per anni ha creato e alimentato bacini di precariato che sono stati fatti
convergere regolarmente negli enti territoriali e regionali pubblici, senza mai riflettere
che, proprio la pubblica amministrazione, sarebbe dovuta essere motore di sviluppo
e innovazione, facendo spazio e reclutando con procedure trasparenti, non solo i
giovani, ma proprio le professionalità adeguate a qualificare e rendere efficienti gli
organici, per lo più carenti di figure specifiche, nonché migliorare tutti i servizi.
Non intendiamo ripercorrere la storia di quanto si è consumato fin qui, ma abbiamo
la consapevolezza che i bacini di precariato nella Pubblica Amministrazione e la loro
decennale permanenza e staticità sono spesso stati utili ad alimentare e sostenere il
consenso dei rappresentanti politici del momento dai quali dipendeva l’ennesima
proroga contrattuale, quindi il pane.
Per questo, a fronte di un emendamento che formalmente, nella sua stesura finale,
offriva una concreta opportunità per il superamento di un bacino di precariato storico,
le OO.SS. si sono preoccupate di rappresentare quali fossero le garanzie necessarie per
procedere nella direzione di salvaguardare il percorso d’inclusione, dopo 14 anni di
precariato, di alte professionalità, selezionate al tempo per meglio qualificare gli enti
pubblici e che negli anni hanno dimostrato professionalità e abnegazione, diventando
supporto essenziale per l’amministrazione, come riconosciuto dalla stessa dirigenza
che li guida.
L’emendamento, approvato nella legge 15 del 25 febbraio 2022, se fosse stata
perseguita una delle sue finalità, cioè sanare con forme selettive il precariato storico
di Azienda Calabria lavoro e cioè proprio i lavoratori impegnati a tempo determinato nei Piani di potenziamento dei CPI, avrebbe consentito di attivare subito le procedure
di reclutamento semplificate previste dall’ex Ministro Brunetta e vigenti fino al 30
settembre 2022, e avrebbe anche consentito, data l’attribuzione dei finanziamenti
contenuti nello stesso emendamento e storicizzati, di avviare successivamente
procedure selettive ordinarie per tutti i giovani calabresi.
Rassicurazioni in tal senso sono state più volte confermate ai lavoratori appartenenti
al bacino e alle OO.SS. nel corso di incontri formali e interlocuzioni informali, ma
intanto il tempo scorreva e siamo arrivati al punto in cui ci troviamo.
Nel ribadire che il bando pubblicato oltre che ad escludere alcune lauree necessarie
per la partecipazione, mentre si impegna a prevederne altre che sembrano proprio
distanti dalle competenze richieste, certamente comporta un’alea di incertezza che
rischia di mandare in fumo anni di lavoro ed allora, ove ciò dovesse verificarsi, quale
soluzione propone l’Assessore? Ancora una proroga semestrale o annuale e senza la
possibilità di usufruire di diritti e tutele? Da qui la considerazione sgradita, ma
oggettiva che le promesse sono state disattese; questa vicenda avrebbe richiesto altra
attenzione e altra tempestività. Tralasciamo di elencare nuovamente le criticità e le
preoccupazioni relative al bando già pubblicate, ma insistiamo per conoscere il
destino di questi lavoratori a cui, tra l’altro, il 10 dicembre scadrà l’ennesimo contratto
a tempo determinato, auspicando che i vertici regionali diano risposte formali alle
nostre richieste, piuttosto che lasciare languire l’ansia delle lavoratrici e dei lavoratori
sul filo delle voci di corridoio che si rincorrono.
Infine, l’Assessore prova a creare dei distinguo tra l’azione sindacale confederale e
“l’atteggiamento” delle sigle della funzione pubblica, che sarebbe animato solo dalla
tutela del personale interno alla Regione Calabria, ostacolando l’innesto di nuove
professionalità provenienti dall’esterno con processi di mobilità per arricchire le
competenze dell’Ente.
Anche in questo caso l’Assessore, sorvolando sui diritti acquisiti dei lavoratori, sanciti
peraltro dalla Contrattazione nazionale, scarica responsabilità di sorta sulle scriventi
che rivendicano la tutela di personale che da ben 20 anni è impossibilitato a progredire
dal punto di vista professionale dato il blocco delle progressioni di carriera che invece
il Contratto assicura. È evidente che le scriventi Organizzazioni, senza alcuna
difficoltà, farebbero a meno di contestare processi di mobilità intempestivi e non
condivisi come l’informazione preventiva prevede, una volta soddisfatte le legittime
aspettative dei lavoratori già dipendenti dell’Ente che, viceversa, sarebbero
penalizzati per l’ennesima volta.
Non si tratta di alzare muri, come dice l’Assessore, ma si tratta di rivendicare la forma
delle relazioni sindacali, regolate dai Contratti che non sono solo una formalità e si

tratta della ricerca di una riposta puntuale alle richieste di incontro da parte delle
OO.SS. che non sono prodotte al fine di intralciare l’azione politico-amministrativa,
ma sono lo strumento per rappresentare le condizioni dei lavoratori e le vie di
confronto per il loro miglioramento finalizzato a creare quel benessere organizzativo
fondamentale per una funzionale ed efficiente resa dei servizi.

Catanzaro, 06.12.2022
FP CGIL
Alessandra Baldari
CISL FP
Luciana Giordano
UIL FPL
Antonio Bartoletti

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Il Presidente della Regione Calabria Occhiuto se la ride… mentre centinaia di precari rischiano di restare a casa dopo decenni di rapporti con l’Ente Regione. Bandendo un concorso aperto a chiunque è in atto una mutazione “genetica” e un ricambio “sospetto”
Testatina rossa

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