Friday, March 29, 2024
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Stazioni appaltanti e centrali di committenza, UNCEM: Preoccupazione dei Sindaci per la riduzione prevista da ANAC. Esiste il serio rischio paralisi per i piccoli comuni ed enti più grandi intasati

“Vi sono diversi aspetti della delibera che non sono chiari – puntualizza Bussone – Ad esempio pare venga tolta a un Comune medio-piccolo la possibilità di seguire l’esecuzione delle opere che sono state appaltate. Si afferma nella delibera, e non ha senso, che RUP e Direzione lavori devono appartenere a una stazione appaltante qualificata.


di Ivan Trigona per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – “La riduzione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, prevista da ANAC, l’Autorità Anticorruzione, rischia di avere due effetti negativi congiunti. Da una parte impedire a migliaia di piccoli Comuni e Unioni o Comunità montane, di appaltare lavori pubblici. Dall’altra di andare a intasare Province o macchine di altri Enti più grandi, non certo oggi in grado di sopportare nuovi carichi di lavoro, senza personale, e di supplire alle riduzioni delle stazioni appaltanti. Un corto circuito prevedibile. Che va evitato”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Moltissimi i Sindaci preoccupati. Con la delibera 141 del 30 marzo 2022, ANAC ha infatti approvato le Linee Guida per la riqualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza. Si tratta di uno dei punti qualificanti del PNRR, premessa per poi varare la riforma del nuovo Codice degli Appalti. Attualmente le stazioni appaltanti in Italia sono 36.000, con oltre 100.000 centri di spesa. Il numero, viene annunciato che verrà notevolmente ridotto, e potranno fare appalti – secondo la delibera ANAC – ‘solo le stazioni con le qualifiche necessarie, e le capacità di contrattazione adatte’.

“Vi sono diversi aspetti della delibera che non sono chiari – puntualizza Bussone – Ad esempio pare venga tolta a un Comune medio-piccolo la possibilità di seguire l’esecuzione delle opere che sono state appaltate. Si afferma nella delibera, e non ha senso, che RUP e Direzione lavori devono appartenere a una stazione appaltante qualificata. Mega strutture che fanno appalti non sono certo in grado di seguire i lavori e le opere di tanti piccoli Comuni. Andrebbero in carenza di ossigeno prima di iniziare. I piccoli e anche i medi Comuni, con meno di 25mila abitanti stimiamo ma non è chiaro, sono al momento fortemente penalizzati. Nessuno seguirà i lavori. I Comuni sono così senza un chiaro destino per le loro macchine tecniche, senza una precisa motivazione rispetto al complessivo impianto di riordino, che peraltro non considera Unioni montane, Comunità montane e soggetti istituzionali esistenti che uniscono e aggregano i Comuni. E l’intera riforma, non è chiaro come possa limitare eventuali reati e rischio di corruzione”.

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