Thursday, May 16, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Successo a Catanzaro per il convegno sul Brigantaggio dal 1820 al 1876 patrocinato dall’Associazione “Calabria in Armi”

A conclusione il gen. (a.r.) Pasquale Martinello ha informato che tutti gli interventi opportunamente registrati – con il carico degli allegati fotografici e documentali – verranno presto pubblicati nell’ambito della collana gestita dall’Associazione “Calabria in Armi” in un prestigioso volume edito dalla Titani Editori in Edizione Limitata di cui daremo notizia e ampia diffusione


di G.S. dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Si è svolta nel Capoluogo di regione l’attesa conferenza-convegno sul tema “il Brigantaggio”. Il periodo storico riguardante la parte trattata parte dal 1820 sino al 1876. L’evento si è svolto nella Sala “Giuditta Levato” presso il MUSMI – Museo Militare ubicato nel Parco della
Biodiversità. Il riferimento esatto, fornitoci dall’Associazione Calabria in Armi presieduta dal presidente Gen. (a.r.) Pasquale Martinello in veste per l’occasione di moderatore e conduttore – è stato il seguente: “IL BRIGANTAGGIO FA PARTE DELLA NOSTRA STORIA COME LE GUERRE, LE PESTILENZE E GLI ALTRI MALI, DI CUI LA SOCIETÁ HA DOVUTO SUBIRNE LE TRISTI CONSEGUENZE” (briganti e brigantaggio, Mammuccari e De Mei)
Sono intervenuti come previsto, – dopo i consueti interventi di introduzione i seguenti RELATORI (con tra parentesi gli argomenti trattati da ciascuno di loro)

  • Sig. Antonio Angeletti (Dottor Attanasio Dramis)
  • Profssa Francesca Rizzari (Gen. Emilio Pallavicini)
  • Dott. Mirko Chianesi (Brigante Giuseppe Musolino)
  • Avv. Adolfo Procopi (Brigante Panedigrano)
  • Gen. Nazzareno Lo Riggio (Il brigante Bizzarro e la brigantessa Niccolina Licciardi)
  • Prof. Giuseppe Spatola (i pizzini dei briganti) in collaborazione
    con l’Archivio di Stato
  • Mostra a cura del Dott. Filippo Cardamone
    Diretta su Associazione culturale Calabra in Armi
    MONS L. “FERRUCCIO”
    Coordinamento Nazionale
    Associazioni Risorgimenta
    Distretto Lions 108 Ya
    D.G. Pasquale Bruscino
    L. C. Squillace Cassiodoro L.C. Squillace Cassiodoro
    Pres. Marina Gervasi
    Pres, Lilia Catricalà
    Distretto Leo 108 Ya
    P.D. Galileo Frustaci
    Pres. Dott.ssa Angela Maria Alberton

Il fenomeno del brigantaggio come ha ricordato il Generale Martinelloha interessato la Calabria sin dall’epoca romana, ai tempi di Spartaco (secondo lo scrittore Misasi, 1900). Il termine “brigante” è stato utilizzato per briganti intesi come semplici sbandati, violenti, autori di saccheggi, scorribande e ribellioni“,

Nel Mezzogiorno ad aggravare la situazione contribuì la persistenza del feudalesimo fino al XIX secolo che, assieme all’estrema miseria dei contadini e alla particolare morfologia del paesaggio calabrese (montuoso, ricco di grotte e dirupi) concorreva ad alimentare il brigantaggio. Un esempio di “brigantaggio politico” fu invece l’esercito Sanfedista, pieno di ladroni da strada e di evasi, guidato da un cadetto di una nobile famiglia calabrese, il Cardinale Ruffo (Negro, 1863)”.

Ma il brigantaggio che più di ogni altro assunse grandi dimensioni, tanto da meritare l’appellativo di “Grande Brigantaggio“, fu il “brigantaggio postunitario”. Durò circa cinque anni, dal 1861 al 1865 e, per le dimensioni assunte, divenne una vera e propria guerra civile tra esercito piemontese da una parte, e briganti dall’altra, dove però a subire le maggiori perdite fu l’inerme popolazione civile (Cesare Lombroso, 1865)” Ha spiegato il Gen. Nazzareno Lo Riggio.

Il dott. Mirko Chianesi in collegamento da Milano ha tratteggiato la figura del brigante Musolino ed utilizzando le parole del medico ed antropologo Cesare Lombroso ha ricordato come “Allora cominciavano le guerre sulle montagne, le imprese contro un nemico che scappava sempre di mano, che si ricoverava nei boschi quando era cercato nei monti, che si nascondeva nelle macchie, dormiva fra i campi di grano, nemico invisibile, imprendibile, che fuggiva sempre più lungi e più in alto, fino a che il re per una trista necessità, prometteva un’amnistia a quelli che si sarebbero resi.”

Non è facile risalire con esattezza a quanti fossero i gruppi di briganti tra l’Aspromonte, le Serre e la SIla, – ha precisato Antonio Angeletti che si è occupato del personaggio “Attanasio Dramis” – ma sicuramente si trattò di numerose bande, il più delle volte capeggiate da nomi che passarono alla storia. Anche dopo la fine del brigantaggio postunitario, vicende come quelle del celebre brigante Musolino, “Re dell’Aspromonte” o del brigante Sonnino, furono oggetto di approvazione e simpatia popolare“.

La prof. Francesca Rizzari – sempre erudita quanto forbita nelle sue esposizioni ha divulgato invece interessantissime notizie a riguardo di colui il quale fu il tremendo persecutore dei briganti: il generale Emilio Pallavicini, pluridecorato che addirittura arrivato a Catanzaro catturò uno dei temibili briganti quale Pietro Corea.

Quasi al termine degli interventi, tutti brillanti e capaci di attrarre l’attenzione del folto pubblico presente, il professor Giuseppe Spatola ha letto in diretta (con traduzione simultanea) alcuni testi dei pizzini spediti dai briganti alle vittime a cui intendevano estorcere beni, danari, vestiari e cibo in cambio di “Protezione” . Pezzi di carta magari scritti in modo sgrammaticato ma dal chiaro scopo ricattatorio. Scovati nell’Archivio di Stato Catanzarese sono stati una vera e propria novità storica. Eccone alcuni tra quelli uditi in sala: Caro amico per l’ultima volta ti prevengo di mandarmi altrimenti quando viene la persona ti manderò la Capo Manda infallibilmente sigari“”Gentilissimo e signoro con cesti pochi versi vengo a pregart di rimettermi la somma di docati due cento e due pecotte di sicarri e una canna di scastoro russo della galita e una medesima verde e un poco di salamina e latucima e una poco di rosolio e le remetti cnno lo poggitore e vi prego di fare silenzo che si no e peggo per voi e per li animali e nonno atro che dirvi e sono il vostro amico Gaetano Marretta.

Nella parte attigua alla Sala “Giuditta Levato” sono stati esposti cimeli, quadri, immagini, vestiari, armi per attivare una piccola Mostra sul Brigantaggio a cura del Dott. Filippo Cardamone che è anche intervenuto per raccontare come sia stato possibile reperire e catalogare il materiale su questo argomento che interessa tantissimi storici, collezionisti ed esperti.

A conclusione il gen. (a.r.) Pasquale Martinello ha informato che tutti gli interventi opportunamente registrati – con il carico degli allegati fotografici e documentali – verranno presto pubblicati nell’ambito della collana gestita dall’Associazione “Calabria in Armi” in un prestigioso volume edito dalla Titani Editori in Edizione Limitata di cui daremo notizia e ampia diffusione

Nell’immagine sottostante il brigante Brigante Panedigrano, di cui parla l’avvocato Adolfo Procopi, E subito dopo sotto la Locandina Celebrativa dell’evento e subito dopo una serie di immagini del Convegno a partire dalla foto del gen. Martinello che introduce il dibattito; il dottor Luigi Pistone in collegamento da Potenza; la professoressa Francesca Rizzari; il Dott. Filippo Cardamone l’Ingegnere Roberto Avati, esperto di armi.

Nell’ultima immagine l’on. Mario Tassone si intrattiene con alcuni visitatori nell’angolo riservato all’esposizione dei cimeli storici sul Brigantaggio a cura del dott. Cardamone. Nel gruppo si riconoscono il ricercatore di storia e cultura Luciano Dornetti e il giornalista Riccardo Colao, direttore del nostro quotidiano l’Italiano

(Copyright by Servizio fotografico di Nadia Fedorova Colao)

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