Uncem ritiene molto positivo che il Consiglio dei Ministri abbia deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, per un periodo di 6 mesi, in conseguenza dell’eccezionale diffusione degli incendi boschivi verificatisi in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia, a partire dall’ultima decade del mese di luglio 2021
Occorre prevedere per la prossima fase di programmazione 2023-2027 che sia bloccata una riserva finanziaria nel Programma nazionale di sviluppo rurale per la realizzazione di interventi di ‘prevenzione antincendi e adattamento ai cambiamenti climatici’
dalla Redazione Centrale del quotidiano l’Italiano
Uncem sta lavorando con i Sindaci per le aree colpite dai roghi con tecnici specializzati della Società italiana di Scienze Forestali e del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Agronomi e Forestali. Come scritto nel dossier sugli incendi pubblicato nei giorni scorsi (scaricabile qui in pdf: https://uncem.it/wp-content/uploads/2021/08/UNCEM-incendi-e-post-emergenza-pianificazione-forestale-ago2021.pdf ) dopo questa prima azione del Governo, un Decreto incendi non può riguardare solo ‘riforestazione’ e inasprimento delle pene per piromani. Il tema incendi boschivi è secondo Uncem molto più ampio e articolato, in un Paese fatto al 38% di boschi che però non si è ancora accordo di essere un Paese forestale. E così, finora ha investito solo 5 milioni di euro l’anno sulle foreste. Una cifra totalmente inadeguata.
Ora è tempo di cambiare passo. E il prossimo Decreto incendi del Governo dovrà dare questo segnale. “Uncem chiede al Governo e al Parlamento 1 miliardo di euro per le foreste italiane – spiega Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – Quelle risorse che erano previste nelle prime versioni del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza a dicembre 2020 e che poi sono state eliminate a marzo 2021 nelle edizioni successive del PNRR. Investire bene. Scegliere di credere che siamo un Paese forestale e fare una azione decisiva. Il ministro Patuanelli negli ultimi interventi nelle scorse ore ha colto questa necessità. Vada avanti determinato. Servono risorse importanti,1 miliardo di euro, che devono unicamente essere impegnate nella prevenzione da realizzare mettendo in atto azioni di gestione e selvicoltura preventiva, in attuazione dei Piani antincendio boschivo che tutte le regioni hanno e che non trovano però piena attuazione”. Sono poche le Regioni che investono in prevenzione e quelle che lo fanno, lo fanno finora con le risorse dello sviluppo rurale (misura 8.3 e 8.4). Cosa dobbiamo fare oggi: “Dare alla Strategia forestale nazionale una dotazione finanziaria efficace, visto che tra le sue azioni prevede una scheda puntuale sulla prevenzione antincendio, che aveva già previsto tutto quello che oggi molti ribadiamo come necessario. Tutto è, era, già stato scritto. Per attuarlo servono risorse – prosegue Bussone – Occorre prevedere per la prossima fase di programmazione 2023-2027 che sia bloccata una riserva finanziaria nel Programma nazionale di sviluppo rurale per la realizzazione di interventi di ‘prevenzione antincendi e adattamento ai cambiamenti climatici’, che obblighi le Regioni a dare piena attuazione alla politica nazionale prevista dalla Strategia forestale e porti a compimento quanto scrivono sui loro Piani AIB”. Due azioni. Semplici ed efficaci. Per le quali, un “Paese forestale” come è appunto l’Italia, può efficacemente spendere 1 miliardo di euro nei prossimi tre anni.
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