Sunday, April 28, 2024
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Calcio – Serie B. A Lecco il Palermo torna a vincere e sorpassa in classifica il Catanzaro riappropriandosi del 5° posto e ora attende il Venezia per volare oltre

Questi tre punti non illudano troppo: se davvero il Palermo aspira alla promozione diretta (cioè al secondo posto), deve cambiare marcia e ritrovare almeno quella con la quale ha battuto, strappazandolo, il fortissimo Como. E deve farlo subito; ha cinque giorni di tempo. Fino a venerdì, quando al Barbera arriverà il Venezia di Vanoli, lui sì, un serissimo pretendente alla promozione diretta.


di Benvenuto Caminiti – dalla Redazione Sportiva per il Quotidiano l’Italiano)

LECCO Il Palermo vince di corto muso al Rigamonti Ceppi e riprende la risalita verso il sospirato ma ancora molto lontano secondo posto della classifica, quello che consentirebbe ai rosa la promozione diretta in serie A: e questa, ahimè, è l’unica  nota positiva che ci sentiamo di riconoscere ai ragazzi di Corini, apparsi ancora in preda alla cosiddetta paura di vincere, che l’attanaglia dal primo minuto della trasferta di Cremona.

Il Rigamonti Ceppi è un piccolo stadio che ha un gran bel pubblico, che ha sostenuto la sua squadra dal primo all’ultimo dei novantacinque minuti di una partita, condotta quasi sempre all’arrembaggio nel tentativo di colmare, con la grinta e la corsa,  il gap tecnico  col più blasonato avversario. Una partita generosa, quella dei ragazzi di Aglietti, che hanno cominciato a spron battuto, tant’è vero che, già  al 2’ minuto di gioco, Parigini con un fendente a filo d’erba dal margine di sinistra dell’area di rigore, ha costretto Pigliacelli alla difficile deviazione in angolo: il primo di una lunga serie, a riprova della  voglia matta dei bluceleste di sbloccare la lunga sequenza di sconfitte che li ha relegati all’ultimo posto della classifica con un divario di ben sette punti dalla zona play out.

S’era letto, alla vigilia, di uno sciopero a tempo degli ultrà della della cuva Nord , che aveva lo scopo di scuotere la squadra e darle il coraggio e la determinazione necessarie per disputare una partita tutta anema e core. E così è stato: Novakovic e il redivivo Inglese hanno messo a dura prova la difesa rosanero, che , conmunque, ha retto bene l’urto, anche se il Palermo ha stentato a ripartire. E, quando l’ha fatto, ci è riuscita più  per iniziativa del singolo che per gioco di squadra, vedi incursione verticale di Segre, che sradica dai piedi di Degli Innocenti un pallone al limite dell’area di rigore rosanero, e fila dritto verso Melgrati. Tiro  dai sedici metri e respinta corta del portiere lombardo.

Un fuoco di paglia o il segnale della riscossa?

Lo scopriamo una diecina di minuti dopo, quando ancora Segre si fa promotore di una rabbiosa ripartenza e, giunto sul fondo, crossa a mezz’altezza, forte e teso. Si avventa sul pallone capitan Brunori che impatta al volo e costringe Melgrati ad una miracolosa deviazione in angolo.

É il 35’, quando dall’angolo battuto corto all’indietro da Di Mariano per Gomes (ancora una volta tra  i migliori), che crossa al centro: la testa di Nedelcearu svetta su tutta la difesa bluceleste , colpisce forte e teso all’angolino, là dove Melgrati, pur disteso in tuffo, non può  arrivare. E’ il vantaggio che premia oltremisura il Palermo, così come oltremisura castiga il Lecco.

É il vantaggio che resisterà fino all’ultimo, un po’ perché il Lecco, pur generoso e arrembante, non riesce a finalizzare come dovrebbe, un po’ perché la difesa rosa regge bene, ha un centrocampo che lo assiste e, soprattutto, ci mette il cuore come, in tante, troppe altre occasioni – vedi la “maledetta” partita di Cremona – non ha fatto.

Il primo tempo finisce col vantaggio del Palermo, che sembra essersi finalmente liberato da quella “paura di vincere” già citata pocanzi; infatti, avanza il suo baricentro, limitando, così, la furia d’assalto dei bluceleste di Aglietti.

La ripresa, però, comincia con lo stesso copione dei primi minuti della partita: tutto il Lecco che aggredisce, difesa altissima e palloni che spiovono dalle fasce, ma la difesa rosa regge bene e per Pigliacelli c’è solo l’ordinaria amministrazione… Fino all’8’, quando un retropassaggio un po’ avventato e molto rallentato dal terreno pesante e melmoso per la pioggia caduta per tutta la mattinata, si avventa come una scheggia Brunori, che ha davanti solo la disperata uscita tra i suoi piedi di Melgrati. L’impatto è inevitabile Pezzuto, d’istinto, punta l’indice verso il dischetto. Rigore.

La solita scena di giocatori che lo asssediano e lui che pare fermo e deciso… finché non gli fischiano le orecchie. E’ il Var che ha da dirgli qualcosa. Lui ascolta e poi corre al monitor… E quando un arbitro, che ha già deciso, riceve messaggi all’auricolare e, poi,  corre al monitor, al 99% , vuol dire che si rimangia la decisione. E così è anche stavolta. Brunori aveva già il pallone tra le mani pronto a segnare il suo tredicesimo gol del camopionato, invece l’elegante Pezzuto di Lecce se l’è fatto riconsegnare, dopo aver sventolato  entrambe le braccia per dire: “No, non è rigore!”.

Ricominciano così a soffrire i quasi duemila tifosi rosanero, arrivati da ogni dove e sistemati nella curva sud, che già pregustavano il dolcissimo sapore del raddoppio.

Non è stato così, anzi tutt’altro: il pericolo corso ha ridato forza e coraggio ai bluceleste, che hanno ripreso a lottare per raggiungere almeno il pareggio. Ma è stato un arrembaggio più pensato che realizzato, tant’è che Pigliacelli non è stato più costretto ad interventi di rilievo.

Un’ultima nota, che fa bene al cuore di chi ama il calcio e crede ancora che può essere portatore di valori positivi, che vanno ben al di là del risultato: al 15’, quando gli ultrà del Lecco, dopo lo sciopero a tempo, hanno preso posto in curva nord, hanno steso uno striscione, dedicato ai tifosi del Palermo,  con bellissime parole di saluto e di ringraziamento per  l’accoglienza ricevuta a Palermo nella partita di andata. I tifosi rosanero hanno risposto subito con lungo, caldo applauso.  

Prima di chiudere, una noterella, semplice ma necessaria, affinché questi tre punti non illudano troppo: se davvero il Palermo aspira alla promozione diretta (cioè al secondo posto), deve cambiare marcia e ritrovare almeno quella con la quale ha battuto, strappazandolo, il fortissimo Como. E deve farlo subito; ha cinque giorni di tempo. Fino a venerdì, quando al Barbera arriverà il Venezia di Vanoli, lui sì, un serissimo pretendente alla promozione diretta.

Benvenuto Caminiti

IL TABELLINO DI LECCO – PALERMO 0 – 1

IL TABELLINO:

LECCO (4-4-2): Melgrati; Lemmens, Capradossi, Ierardi, Caporale ; Parigini (74′ Lunetta), Degli Innocenti (74′ Listkowski), Galli, Ionita (65′ Crociata); Inglese (65′ Salcedo), Novakovich (79′ Beretta). A disp.: Saracco, Lepore, Bianconi, Guglielmotti, Frigerio, Buso, Salomaa. All. Aglietti.

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Diakitè, Nedelcearu, Ceccaroni, Lund; Ranocchia (59′ Coulibaly), Gomes, Segre (82′ Henderson); Di Mariano (69′ Vasic), Brunori (82′ Soleri), Di Francesco (69′ Traorè). A disp.: Kanuric, Desplanches, Graves, Aurelio, Buttaro, Insigne, Mancuso. All. Corini.

ARBITRO: Pezzuto di Lecce (Trinchieri-Belsanti).

MARCATORI: 36′ Nedelcearu

NOTE: ammoniti Galli.

Sulle gradinate dello stadio di Lecco scambio di messaggi e di ringraziamenti tra le tifoserie. Il calcio è anche bello quando i supporters comprendono che lo sport non deve cadere nei fenomeni della violenza becera e gratuita.

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