Thursday, May 16, 2024
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Calcio – Serie B. Il Palermo sbrana i galletti e avanza in classifica nella zona alta

Sin dalle prime battute, si capisce che il Palermo coi due nuovi innesti è … un’altra cosa; il suo palleggio è rapido e incisivo,  il suo approccio è determinato e aggressivo, il suo centrocampo difende, rifinisce e conclude. E il merito spetta anche ai nuovi rosanero, specialmente ad un Ranocchia sontuoso, capace di  interpretare alla grande le due  fasi che deve possedere una mezzala completa.


di Benvenuto Caminiti – dalla Redazione Sportiva per il Quotidiano l’Italiano)

PALERMO – Un  “Barbera” in festa già molto prima del fischio d’inizio di Tremolada di Monza: gli spalti rigurgitano di fede rosanero, almeno in ventitremila ieri per tifare Palermo e per verificare coi proprio occhi l’… effetto che fanno sul gioco Ranocchia e  Diakité, i nuovi arrivati dal mercato di gennaio, appena chiuso.

Nella gabbia riservata ai tifosi ospiti, anche trecento supporters biancorossi, con uno sventolio di bandiere che cattura l’occhio.

Insomma, lo scenario è bello, è forte; è quello giusto per una partita che ha una sua “nobiltà”, ha una sua storia perché si affrontano due squadre importanti con obiettivi ambiziosi.

Sin dalle prime battute, si capisce che il Palermo coi due nuovi innesti è … un’altra cosa; il suo palleggio è rapido e incisivo,  il suo approccio è determinato e aggressivo, il suo centrocampo difende, rifinisce e conclude. E il merito spetta anche ai nuovi rosanero, specialmente ad un Ranocchia sontuoso, capace di  interpretare alla grande le due  fasi che deve possedere una mezzala completa. Ovvero, chiudere gli spazi, ripartire con energia e rifinire, se non concludere, l’azione. E l’ex Empoli è esemplare in tutte e tre le fasi: attacca l’avversario, lo soverchia fisicamente, poi scambia rapido col compagno meglio piazzato, oppure schizza via e scocca il tiro, che, anche da distante, impegna severamente Brenno.

Il suo “esempio” contagia i compagni, e non solo quelli di reparto, ma l’intera squadra, che lo asseconda con la corsa, l’impegno e facendo sempre la scelta giusta. Così, già al 14’, il Palermo sfiora il gol: è un’azione che parte dalla metà campo rosanero: input di Ranocchia, sprint verticale di Gomes sulla trequarti di destra e tiro secco che Brenno respinge a pugni chiusi; si avventa di testa Di Francesco che coglie il palo, a portiere ormai battuto.

Un’azione travolgente per velocità  e tecnica, col  Bari che sta a guardare, quasi ad “ammirare”, lo spettacolo che sta offrendo il Palermo. Che continua ad aggredire palla su palla con un’energia, anzi con una cattiveria che non gli conoscevamo e che, in gran parte, comincia coi due nuovi arrivati, l’”esterno” ex Ternana Diakitè, che sulla fascia destra è un carrarmato che niente e nessuno può fermare e l’ex Empoli Ranocchia, che dirige le operazioni di centrocampo, le comincia, le prosegue e le rifinisce. Accanto e attorno a lui, sembrano rifiorire anche i due esterni , a destra, Insigne e le sue movenze eleganti che ora sono anche efficaci e , ancora di più, a sinistra, Di Francesco, che dribbla sempre come sa, ma stavolta lo fa in verticale e, al minimo intralcio, scambia con Lund e riparte verso il fondo. Al 34’ sfiora ancora il gol. E che gol !  Brunori dribbla il barbuto Matino, scatta in verticale, suggerendo l’assist a Insigne, che gli porge un pallone d’oro. Il bomber rosanero si defila un po’ e questo consente a Brenno di deviare in angolo il suo destro radente.

Insomma, c’è una sola squadra in campo e fa spettacolo, ed è il “nuovo” Palermo di Ranocchia e Diakitè, che gioca, attacca, aggredisce e tira ma non riesce ancora a battere il bravo Brenmo.

E così, il primo tempo sta per finire ma il gran tifo di tutto lo stadio “pretende” il gol del vantaggio. Che, finalmente,  al 44’, arriva. Ed è un gol spettacolare: Ceccaroni interrompe una timida “avance” biancorossa e si fionda in verticale, scambia con Lund, che tocca per Brunori, che restituisce sul filo del fondo campo al biondo danese. Che crossa dietro, dove piomba come un falco Ranocchia: destro di controbalzo e palla all’incrocio dei pali… Brenno sta a guardarla come ad ammirarla, tanto è bella e inafferrabile, mentre  tutto lo stadio esplode in un boato assordante e le sue vecchia mura ballano come i ventitremila impazziti di felicità. Pareggio meritato, oltre che scontato, con Tremolada che fischia due volte per il riposo.

Nella ripresa, almeno all’inizio, sembra che il Bari voglia dar segno dela sua… presenza in campo e abbozza un canovaccio di attacco, che trova sempre pronta la difesa rosanero non solo al centro con gli mpeccabili Nedelcearu e Ceccaroni, ma anche sulle fasce dove Lund offre una diversa versione di sé perché è bravo non solo a spingere ma anche a frenare le iniziative del vivace Kallon. Per non parlare di Diakitè che è una vera ruspa, tutto quello che incontra sul suo passo, spiana.

Al 67’ Corini effettua la prima sostituzione: Di Francesco si è fatto ammonire per un alterco non solo verbale con Pucino e, al suo posto, entra Di Mariano e io avverto, tra gli scanni della tribuna stampa, degli acidi sussurri: “Certo, ora leva (Corini, ndr) un buon Di Francesco per il suo figlioccio Di Mariano!”.

Ed è, invece, proprio Di Mariano che propizierà con i suoi assist sia il gol di Cacceroni, al 71’ (punizione dal vertice alto dell’area berese) e colpo di testa vincente dell’ex Venezia , che quello del 3-0 finale di “testina d’oro” Segre all’80’, su cross dal fondo di Di Mariano, imbeccato da Brunori. Che non ha segnato ma ci ha provato, trovando sempre un Brenno insuperabile e, soprattutto, ha giocato con e per la squadra, mettendo lo zampino su due dei tre gol rosanero e salvando, dopo calcio calcio d’angolo sulla linea fatale  due colpi di testa di Puscas, che sembravano vincenti.

Da urlo il settimo gol di Segre, di cui sei di testa: ecco perché mi ricorda “testina d’oro”, come venne chiamato negli anni cinquanta “Carletto Galli” e bomber centravanti del Palermo di quei tempi.

Per chiudere, si è visto ieri il vero Palermo, quello che Corini cercava da mesi, anzi da anni e finalmente con l’arrivo dio Ranocchia, Diakité e Trahoré  ha trovato.

“Adesso – dice a fine partita il mister rosanero – basta non distrarsi e affrontare sabato  prossimo la Feralpisalò con la stessa applicazione, la stessa determinazione con cui ha battuto il Bari”.

Benvenuto Caminiti

IL TABELLINO DI PALERMO – BARI 3 – 0

Palermo-Bari 3-0:

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli 6; Diakité 6,5 (82′ Graves sv), Nedelcearu 6,5, Ceccaroni 7, Lund 6,5; Ranocchia 7 (76′ Coulibaly sv), Gomes 6,5, Segre 7; R. Insigne 6 (67′ Di Mariano 7), Brunori 6,5 (82′ Soleri sv), Di Francesco 6 (77′ Vasic sv). A disp.: Kanuric, Stulac, Mancuso, Marconi, Buttaro, Aurelio, Henderson. All. Corini 6,5

BARI (4-3-3): Brenno 6; Pucino 5 (88′ Guiebre sv), Matino 5,5, Vicari 5,5, Dorval 4,5; Maita 5, Acampora 5,5 (88′ Lulic sv), Edjouma 5 (78′ Morachioli sv); Kallon 5,5, Puscas 5,5 (66′ Nasti 5), Ménez 5,5 (66′ Achik 5,5). A disp.: Pissardo, Pellegrini, Bellomo, Zuzek. All. Marino 4,5

Arbitro: Tremolada di Monza

Reti: 44’ p.t. Ranocchia; 26’  Ceccaroni, 34’ Segre. s. t.

Ammoniti : 26’ Acampora, 67’ e Pucino,  Di Francesco, 84’, Graves, 89’, Vasic

Ranocchia, festeggiato dopo il gol.

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