Wednesday, May 15, 2024
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Calcio. Serie B – Si ferma al “Tombolato” la rincorsa del Palermo (perde 2 a 0) e il Cittadella vola via

I rosanero in dieci costretti alla resa. Un giocatore esperto come Stulac si fa cogliere come un bamboccio su due takles normali, da gestire con anche solo un minimo d’accortezza, e fa due falli così vistosi da costringere l’arbitro prima all’ammonizione e, poi, ad esppellerlo


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

CITTADELLA Due affondi perentori sulla fascia di  Pittarello, due cross e due gol del Cittadella, che si conferma rivelazione assoluta del campionato: il primo al 26’ del primo tempo, quando , sulla fascia sinistra, salta come un birillo Ceccaroni, arriva sul fondo e mette al centro un delizioso assist per Pandolfi, cui non resta che battere di piatto destro e fulminare Pigliacelli.

Il secondo, al 35’ della ripresa, stavolta l’affondo è sull’altra fascia, salta Graves, arriva sul fondo e crossa basso al centro, dove arriva Vita, libero come un uccello in volo, che di destro chiude in cassaforte la vittoria col più classico dei punteggi: 2-0… E partita finita, anche se mancano dieci minuti più recupero al termine. Partita finita perché dal 5’ del secondo tempo, il Palermo gioca in dieci per l’espulsione per doppia ammonizione di Stulac e, soprattutto perché il Cittadella gioca col sangue agli occhi, con un pressing asfissiante, che d’altronde è il segreto del suo straordinario campionato (aggredisce il portatore di palla del Palermo, sin nella sua area piccola) mentre il Palermo ricade nel suo vizio, diventato ormai cronico, di lasciare l’iniziativa all’avversario e ripartire di rimessa.

Infatti nel primo quarto d’ora , la strategia sembra quella giusta e il Palermo giù al 2’ di gioco sfiora il vantaggio con una progressione in ripartenza di Di Francesco, che brucia in velocità un paio di avversari e, giunto sul fondo, crossa basso: sembra gol ma Carissoni, più lesto di capitan Brunori, spazza in angolo.

Il Palermo può far gol ancora al 15’,  su sgroppata verticale di Segre (uno dei migliori – o meno peggio – anche stavolta) , uno-due con Lund e cross dell’esterno danese, tocco delizioso di Insigne (ahimè, l’unico della sua partita) con palla che libera Henderson al tiro: destro potente ma alto di una spanna sulla traversa.

Insomma, l’inizio della partita sembrava preludere ad un dominio totale del Palermo, ma era solo una pia illusione del nostro povero cuore di tifoso, perché il Cittadella si rivelava squadra di carattere, cuore, lotta e corsa: tutte qualità che vanno ben oltre il talento e lo stile perché mirano al sodo , e il sodo nel calcio sono i gol. I gol che ti permettono di vincere la partita anche se tecnicamente sei più scarso. E non solo: ti consentono pure di governarla a tuo piacimento e arrivare sempre primo sulla palla. Così che all’avversario non resta che sperare nella prodezza individuale, cosa che nel calcio non sempre – anzi, specie in serie B, quasi mai – ti fa vincere le partite.

Io non so come spiegare la discontinuità del Palermo, che cambia faccia da una partita all’altra, specie se, nel frattempo, c’è una sosta del campionato: nelle due precedenti per la Nazionale e in quest’ultima per il dopo feste natalizie e di anno nuovo, abbiamo visto due squadre diametralmente opposte: una, quella prima della sosta, pur discontinua, comunque combattiva e generosa; l’altra, quella dopo la sosta, impalpabile sotto il profilo caratteriale e disarmante sotto il profilo tattico. Così che un giocatore esperto come Stulac si fa cogliere come un bamboccio su due takles normali, da gestire con anche solo un minimo d’accortezza, e fa due falli così vistosi da costringere l’arbitro prima all’ammonizione e, poi,  all’espulsione.

Già sento rimbombarmi nelle orecchie le voci tutt’intorno: “la colpa è di Corini”, che non sa tener testa ad una squadra senza nerbo per il semplice fatto che il nerbo manca  a lui come allenatore!”.. Il che, onestamente, mi sembra un’esagerazione così smaccata da somigliare più a un pregiudizio che ad un’analisi anche solo un po’ più attenta e lucida.

Di certo, come già ribadito, c’è un dato sconfortante: appena il campinato, per qualsivoglia motivo si ferma,  in campo non c’è più il Palermo ma la sua … controfigura: una volta, la prima, può essere un caso; la seconda somiglia un indizio; la terza, come quella di oggi, diventa una prova. Evidentemente questa squadra ha bisogno di essere sollecitata oltremisura per rendere al meglio delle sue potenzialità: appena stacca, esce fuori dai binari. Non  solo del gioco ma perfino della logica.

Sperare nei rinforzi in arrivo per il mercato d’inverno ancora in corso è un esercizio cerebrale più che logico, in quanto nessuno può dire che il Palermo non abbia già i mezzi tecnici (leggi giocatori di qualità) per primeggiare in questo campionato. Quindi, per capire perché proceda così a zig-zag, due partite buone e due pessime, ci vorrebbe quel match analist, cui faceva – tanto per citare un esempio recente – tanto affidamento un volpone della panchina qual era – qual è – Silvio Baldini.

Personalmente, non darei troppa importanza al ruolo del match analist, specie se disponi di un manipolo di giocatori che definire buoni per la B è anche riduttivo perché i ragazzi su cui può contare mister Corini più che buoni, sono eccellenti. Ergo: qualcosa stride, e quel qualcosa va ricercato al più presto prima che perfino i playoff diventino una chimera.

Sabato al “Barbera” arriva il Modena, altra mezza delusione del campionato, tra l’altro reduce dall’ennesima sconfitta interna (stavolta col Brescia di Maran) e non c’è match analist che tenga: il Palermo, davanti al suo magnifico pubblico (a proposito, in trecento gli ultrà della Curva Nord, il 12 venerdì pomeriggio hanno accompagnato i giocatori rosa fino all’aeroporto, senza contare i quasi duemila assiepati sugli spalti del “Tombolato”) deve vincere, se non vuole definitivamente ammainare bandiera e fare l’ennesimo campionato di transizione verso una serie A che, avanti di questo passo, più che un traguardo, somigli sempre di più a una pia illusione..    

Benvenuto Caminiti

Di Francesco esulta dopo Il gol

IL TABELLINO DI CITTADELLA – PALERMO

CITTADELLA (4-3-1-2): Kastrati; Salvi, Pavan, Negro (73′ Frare), Carissoni; Vita, Branca, Carriero (73′ Kornvig); Cassano (81′ Tessiore); Pittarello (81′ Magrassi), Pandolfi (66′ Maistrello). A disp.: Maniero, Angeli, Rizza, Giraudo, Danzi, Mastrantonio, Baldini. All. Gorini.

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Graves, Nedelcearu, Ceccaroni, Lund (77′ Aurelio); Henderson (57′ Gomes), Stulac, Segre; Insigne (57′ Di Mariano), Brunori (77′ Soleri), Di Francesco (77′ Mancuso). A disp.: Kanuric, Nespola, Buttaro, Lucioni, Mateju, Vasic, Valente. All. Lanna (Corini squalificato).

ARBITRO: Massimi di Termoli (Severino-Luciani).

MARCATORI: 26′ Pandolfi, 80′ Vita

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