Monday, May 13, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


La tutela dell’ambiente e ambientalismo di maniera

“Il Parlamento Europeo ha votato la norma sul “ripristino della natura”.
Questo è il nome roboante che è stato dato ad una discutibile proposta della Commissione, che dovrà ancora essere trattata con il Consiglio Europeo per la stesura definitiva”.


di Nino (Vitaliano) Gemelli* per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Il Parlamento Europeo ha votato la norma sul “ripristino della natura”.

Questo è il nome roboante che è stato dato ad una discutibile proposta della Commissione, che dovrà ancora essere trattata con il Consiglio Europeo per la stesura definitiva.

La maggior parte delle testate giornalistiche ha titolato il risultato come la vittoria degli ambientalisti contro i “conservatori” e quindi la prima domanda da porsi è : esiste veramente qualcuno che sia favorevole ad avere un clima irrespirabile come nelle grandi metropoli cinesi, che sia favorevole ad assistere alle violenti manifestazioni climatiche, ai cicloni, alle frane, allo scioglimento dei ghiacciai, al rischio delle scomparsa di intere isole per l’innalzamento del livello del mare, all’inaridimento di intere aree in Africa Orientale, in Asia, in America Latina, in Oceania, ala migrazione della fauna ittica, seguendo la temperatura dell’acqua, al riscaldamento delle “zone temperate” con la conseguente trasformazione delle aree coltivabili; esiste veramente qualcuno, sano di mente,  che sia favorevole a tutto questo ?

Non credo che ci sia qualcuno che abbia la volontà di mantenere lo stato attuale delle cose.

E allora bisogna rifare i titoli dei giornali e dare le motivazioni vere sugli accadimenti e sulle scelte politiche che si fanno, senza tifoserie, ma andando nel merito delle cose e valutando la realizzabilità di alcuni indirizzi, per evitare di essere inconsapevolmente strumentalizzati.

È una realtà che tutto il mondo agricolo europeo si è schierato contro il testo votato in Parlamento Europeo, perché alcuni obiettivi sono impraticabili, soprattutto nei tempi previsti dal testo e anche perché non si possono accettare alcuni condizionamenti ideologici, che nascondono l’obiettivo reale di modificare il sistema agricolo europeo.

È da più di venti anni che si cerca di smontare la PAC, usando tutti i sistemi possibili, tentando di introdurre modifiche che penalizzano gli agricoltori.

All’inizio degli anni duemila, ci siamo dovuti opporre strenuamente alla modifica della dimensione dell’unità aziendale agricola, perché si voleva imporre una dimensione industriale che non si confaceva alla realtà agricola europea, fatta di milioni di coltivatori.

Successivamente si è tentato – e ancora si continua a fare – di introdurre le produzioni OGM, alle quali l’UE si è opposta, tranne che per alcuni casi particolari e limitatissimi.

Quando si è trattato di prevedere l’etichettatura dei prodotti, lobbies esterne al mondo agricolo europeo hanno tentato di rendere l’etichettatura sostanzialmente ininfluente, richiedendo dati generici e non specifici.

Un’altra battaglia è stata fatta contro l’indicazione della provenienza d’origine dei prodotti e di tutto quello che legava la produzione al luogo.

È a tutti nota la introduzione di “parmesan” di produzione sud-americana in sostituzione del Parmigiano nazionale.

Attualmente è “di moda” promuovere alimenti proteici alternativi e la Commissione Europea ha autorizzato farine di alcuni insetti edibili con il Regolamento n° 893/2017(8) e successivamente ha ammesso l’ acheta domesticus (grillo domestico), la larva di Tenebrio molitor (larva gialla della farina), la locusta migratoria e la larva di alphitobius diaperinus (verme della farina minore).

Lo svolgersi nel tempo di tante iniziative tutte mirate a creare una alternatività produttiva alla agricoltura europea non può non avere un centro promotore, che ha intenzione di neutralizzare una concorrente di grande esperienza produttiva, di ricerca, di affinamento qualitativo quale l’UE con la sua PAC, primo esperimento di politica comune varato nel 1962.

Cina, Stati Uniti d’America, Brasile, Russia, India sono tra i maggiori competitors dell’agricoltura Europea, ma la maggiore pressione è sempre venuta dalle multinazionali finanziarie, che controllano le produzioni agricole industriali, che intendono portare sul mercato mondiale prodotti diversi, anche, se possibile, geneticamente modificati, come se si dovessero vendere computers o automobili e non alimenti, che incidono direttamente sui sistemi metabolici degli esseri umani.

Ai suddetti centri di potere dà anche fastidio il sistema dei controlli di qualità dei prodotti agricoli, che partono dalla produzione e la concimazione e interessano il trasporto, il confezionamento, la conservazione, lo smaltimento delle rese, perché evidenziano il livello di qualità alto rispetto a quei prodotti immessi sul mercato senza tali controlli.

Per fare il punto della situazione, l’UE, nell’era della presunta e pretesa monocultura liberista -finanziaria, rappresenta un ostacolo con i propri distinguo, le proprie differenze, le proprie specificità e soprattutto la propria storia tri-millenaria, fatta di continue conquiste di civiltà.

Sto scrivendo mentre scorre il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia nel 1789, inizio della Rivoluzione Francese.

I nostri improvvisati ambientalisti devono sapere che l’agricoltura europea, insieme a tante altre cose, fatti e avvenimenti, è al contempo Cultura e Storia dei Paesi Europei, di tutti i Paesi Europei e tale Cultura e Storia esistono solo in questo continente, perché negli altri continenti, tranne in Asia, la cultura e la storia dei popoli autoctoni sono state cancellate dai conquistadores e dagli immigrati dall’Europa.

La storia degli Stati Uniti d’America è datata 1776 con il varo della Costituzione Federale (247 anni e non tre millenni) e i nativi americani con la loro cultura, sono stati rinchiusi nelle riserve. Ugualmente è avvenuto per la Cultura Maya, la Cultura Incas, la Cultura Azteca e tutte le altre Culture esistenti in quel Continente.

Gli Stati Uniti d’America hanno raggiunto livelli altissimi di progresso economico e scientifico, ma non gli stessi livelli di civiltà, se ancora è mantenuta la pena di morte e non si riesce a modificare in senso restrittivo la diffusione delle armi da fuoco, come retaggio culturale negativo del far west.

I vini italiani, francesi, spagnoli, i formaggi tedeschi, francesi, italiani, greci, i piatti come la choucroute d’Alsace, il gulasch dei Paesi dell’Europa Centrale, la fondue bourguignonne e quella aostana e tantissimi altri, non sono solo alimenti, ma sono Cultura e Storia di popoli, come la dieta mediterranea.

Così come per tanti altri fatti, non è possibile accettare la cancel culture in nome di un ambientalismo, che non è affatto tutela dell’ambiente o “conservazione o protezione del Creato”, strumentalizzando anche la “Laudato sì”.

Peraltro, come si può “conservare il Creato” se si impone di cambiare il parco macchine entro date predecise, senza porsi il problema dello smaltimento delle batterie delle macchine elettriche, né quello della produzione aggiuntiva di elettricità che prevalentemente viene prodotta da combustibili fossili.

 Nel 2019, le energie rinnovabili hanno fornito l’11,41% di energia del consumo globale degli esseri umani e il 27,28% di elettricità prodotta globalmente, suddivisa nel 16,45% dal settore idroelettrico, nel 5,47% da eolico, nel 2,72% dal solare e nel 2,64% dalle restanti.

In Europa circolano 314 milioni di vetture; se dovessero essere alimentate tutte con l’elettricità, di quanti Kilowattora dovrebbe aumentare la produzione di energia elettrica?

Considerato che il mondo è interconnesso globalmente in termini economici, comunicativi, finanziari, e ancor di più tale connessione avviene tra l’Europa e il Mediterraneo, perché ancora nessuno ha pensato di fare di parte del Deserto del Sahara un luogo di produzione di energia fotovoltaica, da importare in Europa, promuovendo anche l’economia di Paesi come l’Egitto, la Tunisia, la Libia, l’Algeria, il Marocco e altri, come è avvenuto per tanti anni con il petrolio e il gas? D’altro canto, con la chiusura delle forniture di gas russo, si è pensato subito ai rigassificatori con costi rilevanti e non al potenziamento della produzione di fonti alternative, che vanno a rilento.

Ma lo stupore non è per le attività del venditore agricolo o di energia o di altro prodotto, perché egli fa il suo gioco, ma per quei Paesi e per l’UE, che non si è avveduta che in tanti anni il gioco delle multinazionali è stato contro l’economia europea per mantenere il predominio sul potere economico e finanziario, a differenza della Cina che, con il suo dinamismo economico (10 % di tasso di sviluppo nella prima decade del terzo millennio), tentava di sollevare il proprio popolo dalla povertà imposta da un regime sicuramente egualitario (tutti poveri), ricercando spazi di mercato per le proprie produzioni, gradualmente concessi in relazione alla crescente qualità testata dei prodotti, fino alla sua entrata nel WTO, più per motivi politici che per verifica delle condizioni dei diritti umani dei cittadini cinesi.

In un sistema economico e finanziario integrato – e non potrebbe essere diversamente – gli effetti negativi dell’esportazione delle crisi finanziarie (subprime) del 2007, registrati in UE non hanno trovato ristoro da parte di coloro che avevano causato le crisi, ma sono stati affrontati dai singoli Paesi e in parte dall’UE e dalla BCE con la gestione Draghi.

Certamente il sistema agricolo europeo, con la PAC, può essere modificato, ma la modifica non può avvenire contro tutti gli agricoltori europei, ma con gli stessi, come protagonisti, per contribuire a migliorare le condizioni ambientali in concorso con tutte gli altri comparti produttivi e pretendendo che gli altri Paesi (USA, Cina, India, Russia, ecc.) rispettino tutti gli Accordi di Parigi in ogni ambito.

Tali problematiche, così importanti per l’umanità, mettono in ombra tutte le speculazioni politiche e partitiche che si sono fatte per la votazione in Parlamento Europeo della proposta ideologica di Frans Timmermans, che ha avuto invece tanta enfasi sulle testate nazionali.

Se il PPE ha votato contro il provvedimento lo ha fatto perché intende dare rappresentanza a tutto il mondo agricolo europeo, considerato il momento di più alto livello politico comunitario. Essere tacciati di conservatorismo piuttosto che come gruppo fedele al mandato ricevuto, che non è contro la salvaguardia dell’ambiente, come ho detto prima, significa guardare gli avvenimenti con la lente deformata dal richiamo delle lobbies economiche e finanziarie internazionali, falsamente ambientaliste, e non pensare che i cittadini hanno la capacità di scegliere tra le sirene adulatrici e i suoni dell’anima popolare della cultura e della storia.

D’altro canto, è ormai a tutti noto che alcuni massimi dirigenti socialisti europei hanno occupato e occupano rilevanti ruoli nelle organizzazioni economiche internazionali e sono funzionali alla razionalizzazione del sistema, piuttosto che al tentativo di un riequilibrio della distribuzione della ricchezza, che continua ad accumularsi nelle mani di poche strutture mondiali.

La maschera di ambientalismo non potrà nascondere la realtà e i giovani (non tutti) che hanno seguito sinceramente Greta Thumberg, ugualmente sincera e motivata, in questa votazione, spero che vadano a ricercare le motivazioni reali della scelta del PPE e dei Gruppi nominalmente “ambientalisti” e si accorgeranno delle mistificazioni che questi ultimi hanno fatto.

Dare poi valore a tale votazione come il tentativo di affermare nell’UE un prossimo governo di centro-destra e passarlo come tentativo fallito, significa ancora una volta non conoscere la realtà europea e tentare di piegarla alla asfittica politica nazionale, che in quattro elezioni diverse ha visto primeggiare quattro partiti di orientamento diverso e opposto.

Non è prevedibile il risultato elettorale europeo del 2024, ma sicuramente non si realizzerà uno schieramento maggioritario nel quale il Gruppo del PPE sia alleato con AfD e con Rassemblement National di Marine Le Pen e gruppi affini,  per un elementare motivo: i Popolari hanno voluto e costruito l’UE dal 1950 in poi, mentre alcuni socialisti e i comunisti europei erano nettamente contrari perché guardavano all’alternativa dell’internazionale socialista e comunista; quindi i democristiani hanno costruito l’Europa, insieme ai Liberali europei di Martino e a qualificati esponenti socialdemocratici; l’AfD e il Rassemblement Nazional sono partiti anti-europeisti e quindi incompatibili con gli obiettivi del PPE.

Mi piace in ultimo ricordare alcuni europeisti poco citati, – oltre a Schuman, Adenauer, De Gasperi, Monnet, Spaak, – ma che hanno svolto un ruolo rilevantissimo nella costruzione dellEuropa: Johan Willem Beyen, olandese, che concepì il mercato comune e l’unione doganale, Joseph Beck, lussemburghese, che ha creato l’unione doganale nel Benelux, Louise Weiss, francese, che ha combattuto per l’affermazione dei diritti delle donne, Marga Klompé, olandese, tutrice dei diritti umani e fautrice del mercato unico, Sicco Mansholt, olandese, ispiratore della politica agricola comunitaria PAC e tanti altri ai quali non si può far torto alla memoria con alleanze che contraddicono la stessa idea del multilateralismo globalizzato e vogliono affermare l’unipolarismo e il pensiero unico delle lobbies finanziarie mondiali

On. Vitaliano Gemelli

Una veduta dell’aula parlamentare europea

*NINO (VITALIANO) GEMELLI (Catanzaro27 giugno 1946) è un politico italiano.

Nel 1999 è stato candidato dai Cristiani Democratici Uniti come presidente della provincia di Reggio Calabria, ottenendo il 4,7% dei voti. Contestualmente è stato candidato anche alle elezioni europee nelle liste del CDU, è risultato eletto europarlamentare nella circoscrizione Italia meridionale. A Strasburgo ha fatto parte della Commissione per lo sviluppo e la cooperazione e della Commissione Esteri, inoltre ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Parlamentare per le Petizioni. Da fine 2002 – dopo lo scioglimento del CDU – rappresenta l’UDC. Termina il proprio mandato all’Europarlamento nel 2004.

Dal 2000 al 2008 è stato vice-presidente dell’Unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo, dal giugno 2008 ne è diventato presidente nazionale.

Comments


Lascia un commento