Thursday, May 16, 2024
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Nel Caso Pittelli ora finiscono pure gli sfoghi di Sgarbi e gli articoli di Sansonetti… A quando quelli con Barbara D’Urso?

La Procura ammucchia ulteriori “documenti” ritenuti “pesanti” nei riguardi dell’ex Senatore. La Difesa chiede tempo per esaminarli ma avanza ipotesi che siano ulteriori “chiacchiere” che non aggiungerebbero altro ai già labili chiacchiericci


dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Enrico Seta coordinatore del Movimento Pro Pittelli ha rilasciato la seguente dichiarazione a conclusione dell’udienza prevista in Tribunale perché ci si esprimesse in merito all’eventuale ritorno in carcere dell’ex senatore in attesa di giudizio di primo grado e comunque innocente sino a sentenze passate in giudicato.

Si è svolta oggi 22 marzo l’udienza ma è durata pochi minuti. – ha precisato il dott. Seta – La Procura infatti aveva prodotto nel pomeriggio di ieri nuovi elementi a carico di Giancarlo Pittelli, che (a parere della Procura) ne aggraverebbero la posizione.

Gli avvocati difensori hanno chiesto quindi del tempo per esaminarli ed è stato accordato un rinvio dell’udienza al 5 aprile.

La cosa davvero singolare – ha tenuto a evidenziare il dott. Enrico Seta – è rappresentata dalla natura dei più significativi di questi nuovi elementi: alcuni articoli pubblicati su un quotidiano nazionale (il Riformista) e alcuni brevi video dell’On. Sgarbi. (!!!)
Siamo fiduciosi nell’equilibrio e nella competenza dei magistrati che dovranno valutare questi “nuovi elementi”. – ha concluso Seta – Tuttavia, rimane oggettivamente difficile per noi capire quale attinenza possano avere articoli del Riformista e video di un deputato rispetto alla necessità di aggravare o meno la misura cautelare di Giancarlo Pittelli.
Aspettiamo il 5 aprile! Forse riusciremo a capire qualcosa che oggi ci sfugge.
“.

Dunque ancora una quindicina di giorni di “suspense” per questo “tira e molla” giudiziario dietro il quale si celano evidenti interessi mediatici. In molti si chiedono che cosa sarebbe stata l’inchiesta “Rinascita Scott” senza la partecipazione di un calibro politico e professionale quale quello dell’avv. Giancarlo Pittelli tirato dentro e accusato di tutto (e anche di nulla) sulla base di immagini che lo ritraggono in compagnia dei suoi assistiti (cioé di clienti difesi in tribunale come si conviene a qualsiasi buon penalista) e di conversazioni frutto di intercettazioni trascritte e interpretate con poca serena obiettività, con gli stessi malavitosi con cui ha intrattenuto rapporti professionali.

Se questo dovesse bastare a farlo tornare in carcere sono tanti (almeno tremila quelli che hanno firmato la petizione per la sua libertà) a ritenere incredibile la vicenda di questo caso che negli anni a venire sarà sicuramente ricordato come un episodio di “Ingiustizia all’italiana”.

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