Sunday, May 19, 2024
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Osservatorio Pro Vita & Famiglia: Roma. Pro Vita Famiglia: dal Comune 500mila euro per migranti Lgbt equiparati a donne vittime di violenza – Raitv: Pro Vita Famiglia dice basta alla propaganda Gender a spese del canone pagato dagli italiani

di Nicola Colao per il Quotidiano l’Italiano ROMA – Accoglienza dei migranti Lgbt, finanziata con 500mila euro dei contribuenti, con appartamenti…


di Nicola Colao per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Accoglienza dei migranti Lgbt, finanziata con 500mila euro dei contribuenti, con appartamenti in centro, preferibilmente con ascensore e tutti i comfort come la rete Wi-Fi e soprattutto equiparando le difficoltà di questi ultimi a quelle delle donne vittime di violenze e con minori al seguito che scappano da discriminazioni, povertà e conflitti. 
E’ il bando choc di Roma Capitale che mette in campo una palese e vergognosa discriminazione tra migranti di serie A e migranti di serie B. Come farà ora il Comune a distinguere tra persone Lgbt e non per dare seguito al bando? Cosa dovrà fare un migrante per accertare di essere Lgbt e giovare dell’accoglienza? 
Questo progetto “esclusivo” lede i diritti delle persone e gioca ideologicamente sulla pelle di tutti i migranti pur di portare avanti l’agenda arcobaleno promossa dall’amministrazione Gualtieri e iniziata con la creazione, appena eletto, dell’Ufficio Lgbt+ con a capo Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie Arcobaleno. La solidarietà non dovrebbe aver nessun colore politico, figuriamoci quello arcobaleno che vuole aiutare i migranti solo in base al loro orientamento sessuale», così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

Rai. Pro Vita Famiglia: basta propaganda Gender con canone italiani
ROMA – «Bene le motivazioni della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che esclude la possibilità di una trascrizione in automatico del genitore non biologico di un bambino nato dalla maternità surrogata, definita “pratica che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
Rimane però un abominio la Stepchild Adoption, quindi l’adozione, che viene di fatto consentita dalla stessa sentenza in casi particolari. Inoltre la sentenza, pur condannando l’utero in affitto, non sembra escluderlo in qualsiasi caso.
“Non basta una ferma condanna di questa pratica disumana, – ha affermato Jacopo Coghe – se poi si allargano comunque le maglie in alcuni casi.
L’unica soluzione per tutelare la dignità delle donne schiave di questa pratica e per proteggere i bambini che nascono solo e soltanto da un uomo e una donna è la condanna senza se e senza ma dell’utero in affitto e soprattutto – lo chiediamo al Governo e al Parlamento – che diventi una volta per tutte reato universale». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
Jacopo Coghe presidente e portavoce Pro Vita & Famiglia Onlus

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