Monday, May 13, 2024
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Calcio – Serie B. Il Palermo a Cremona prima segna, poi raddoppia e infine si fa raggiungere e pareggia mancando l’atteso sorpasso

Un black-out di novanta secondi all’inizio della ripresa impedisce al Palermo di tornare dal temibile “Zini di Cremona con i tre punti, e deve perciò accontentarsi di un misero punticino, che somiglia tanto a una sconfitta: andato al riposo con due gol di vantaggio, sembrava  avesse in pugno  partita e risultato, anche perché dal quarto d’ora del primo tempo giocava con un uomo in più per l’espulsione di Sernicola, autore del fallo di mano che aveva portato capitan Brunori davanti al dischetto per il gol del vantaggio rosanero.


di Benvenuto Caminiti – dalla Redazione Sportiva per il Quotidiano l’Italiano)

CREMONA – Un black-out di novanta secondi all’inizio della ripresa impedisce al Palermo di tornare dal temibile “Zini di Cremona con i tre punti, e deve perciò accontentarsi di un misero punticino, che somiglia tanto a una sconfitta: andato al riposo con due gol di vantaggio, sembrava  avesse in pugno  partita e risultato, anche perché dal quarto d’ora del primo tempo giocava con un uomo in più per l’espulsione di Sernicola, autore del fallo di mano che aveva portato capitan Brunori davanti al dischetto per il gol del vantaggio rosanero.

Invece, comincia la ripresa e succede l’incredibile: in due minuti la Cremonese, che si era subito disperatamente gettata all’attacco, prima accorcia con Castagnetti, che ribatte in rete un tiraccio di Pickel deviato alla men peggio da Pigliacelli e poi pareggia con il bomber Coda, che su cross dalla trequarti prima sovrasta di testa Aurelio e poi, seppur da posizione angolata, piazza un sinistro sul quale il n. 22 rosanero avrebbe potuto e dovuto fare di più.

Insomma, è appena il  5’ della ripresa ed è tutto da rifare: resta la superiorità numerica ma a che serve  se la testa non c’è più ?. E, infatti, il Palermo sembra sparito dal campo, come liquefattosi nell’abbondante pioggia che cade sullo “Zini”. Ma, bando alle metafore, quel che va detto va detto: questa squadra se è aggredita, costretta a difendersi, mostra le sue lacune. Che sono essenzialmente di testa, cioè di carattere. Insomma, d’improvviso, dopo cinque partite ben fatte, quattro delle quali vinte, il Palermo sembra tornare ai fantasmi di due mesi fa, quando bastava, non dico un gol, ma un tiro insidioso verso la sua porta perché perdesse il filo del gioco e la partita.

Un inaspettato e pesante passo indietro quello dei rosanero:  tanto lavoro sprecato per un black-out di pochi minuti, durante i quali in superiorità numerica sembrava la Cremonese e non il Palermo. Appena Massa dava il via con il doppio fischio, la Cremonese si riversava in attacco, assediando la difesa rosa, che si rannicchiava tremula come un bambino al buio.

A dirigere l’orchestra biancorossa era “El mudo” Franco Vazquez, apparso, sin dal fischio d’inizio, una pila elettrica, ogni fallo subito, lo restituiva con gli interessi e, perdipiù, protestava platealmente con l’arbitro. Insomma, sembrava avesse un fatto personale con il Palermo e la cosa non ci stupisce molto, visto che al “Barbera”, sia l’anno scorso in maglia bianco crociata del Parma che due mesi fa nella partita di andata con la Cremonese, il popolo rosanero non lo aveva trattato come lui si aspettava. Ed evidentemente lui se l’era legata al dito, e un avversario  del calibro di Vazquez non è mai facile da ammansire;  se poi è “arrabbiato”, com’è apparso oggi, sin dalle prime battute di gioco, beh, allora, per l’avversario, sono guai,  guai seri.

E dire che la partita, dopo le scintille grigiorosse dei primi minuti con due interventi di spessore di Pigliacelli su altrettanti tiri di Coda, si era girata tutta dalla parte rosanero, che aveva comunque cominciato a giocare come sa, spingendo forte sulle fasce, a destra con Diakitè e Di Mariano e a sinistra con Di Francesco. Soprattutto l’ex ternano sembrava in grande giornata perché difendeva come un muro e spingeva come un ariete, con le sue progressioni travolgenti. Su una di queste, al 16’, veniva brutamente abbattuto al limite dell’area di rigore da Castagnetti. Punizione battuta alta e tesa da Ranoccchia. Nel mucchio informe che si avventava sulla palla, Segre toccava di testa e di mano, invece, toccava Sernicola e poi la palla finiva in angolo. L’arbitro indicava il corner ma Segre protestava energicamente, ma l’arbitro senbrava ignorarlo, finché non veniva richiamato dal Var, e solo allora Massa andava a verificare al monitor. E, finalmente, si accorgeva della mano di Sernicola, che toglieva la sfera dalla testa di Brunori, solo davanti alla linea bianca del gol. Rigore ed espulsione era l’unica decisione da prendere e Massa, pur lento ad agire e a reagire, la prendeva. Sul dischetto, il capitano non aveva tremori: batteva di destro, pallone da un lato e Jungdal dall’altro. Palermo in vantaggio e in superiorità numerica. Palermo forte e fortunato come nelle ultime cinque partite. Palermo proteso verso la vittoria. Che sembrava conquistata al morir del primo tempo con un’azione nella quale il motore d’avvio era ancora lo straripante Diakitè, che spediva un filtrante stupendo al guizzante Gomes, che, leggermente defilato sulla destra, spediva un cross basso teso, per il sinistro di prima dell’arrembante Ranocchia, che siglava così, splendidamente, il gol del doppio vantaggio. E subito dopo Massa mandava le due squadre al riposo.. Gli oltre tremila tifosi rosanero assiepati nella curva dello “Zini” sembravano impazziti d’amore. Si sentivano solo loro perché i novemila tifosi di casa sembravano caduti in un letargo senza speranza.

Partita finita, dunque?…

Mai dirlo quando si tratta di calcio e, direi soprattutto, quando si tratta di questo Palermo “bipolare”, che una volta si (e ti) esalta e la volta dopo si (e ti) deprime.

Della ripresa, del suo inizio infernale per il Palermo e, ancor di più, per i suoi impagabili meravigliosi tifosi, abbiamo già detto e il solo (ri)pensarci ci far star male, quindi chiudiamo qui questo trafelato racconto, sperando che i soli tre giorni che mancano per il prossimo incontro basteranno per rianimare i rosa che, dal 2-2 di Coda in poi, più che una squadra, la bella squadra che aveva demolito Bari e Como, sembrava tornata l’armata Brancaleone di due mesi fa.

Benvenuto Caminiti

IL TABELLINO DI CREMONESE – PALERMO

IL TABELLINO

CREMONESE (3-5-2): Jungdal; Antov, Ravanelli, Bianchetti; Sernicola, Pickel, Castagnetti (80′ Majer), Zanimacchia (73′ Quagliata), Johnsen (73′ Ghiglione); Vazquez (80′ Falletti), Coda (73′ Tsadjout). A disp.: Saro, Lochoshvili, Marrone, Abrego, Della Rovere, Afena Gyan, Ciofani, Falletti. All. Stroppa.

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Diakitè, Nedelcearu, Ceccaroni, Aurelio; Ranocchia (68′ Soleri), Gomes (79′ Coulibaly), Segre; Di Mariano (57′ Insigne), Brunori (79′ Mancuso), Di Francesco (79′ Traorè). A disp.: Kanuric, Graves, Buttaro, Marconi, Stulac, Henderson, Vasic. All. Corini.

ARBITRO: Massa di Imperia (Dei Giudici-Di Giacinto).

MARCATORI: 18′ rig. Brunori, 44′ Ranocchia, 49′ Castagnetti, 51′ Coda

NOTE: Espulsi: al 16′ Sernicola (C) per gioco irregolare. Ammoniti: Castagnetti (C), Di Mariano, Ranocchia, Aurelio (P). 

Abbraccio rosanero al gol di Ranocchia

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