Saturday, April 20, 2024
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Lega Pro Playoff: il Palermo vola in semifinale perché Baldini lo conduce a combattere col cuore!

Una partita avvincente e tesa come un thriller: se d’improvviso diventa protagonista Fella, che in un’intera stagione è sembrato un pesce fuor d’acqua, tanto da chiedersi se, al posto dell’ex fromboliere dell’Avellino non fosse arrivato a Palermo la sua sbiadita controfigura; se a un quarto d’ora dal termine il Palermo sembra allo stremo e quasi rassegnato e poi, invece, d’improvviso, si riaccende e centra una due volte bersaglio, beh, qualcosa di “strano” dev’esserci… E chi, come noi, conosce Baldini, sa bene di che si tratta: il mister carrarese… aveva previsto tutto, anche questa bailamme incredibile (semi)finale: appena messo piede a Palermo per subentrare a Filippi, disse: “La classifica per ora la guardo e non la guardo. Per me conta solo andare ai playoffe vincerli!”. Qualcuno lo prese per pazzo, ma è di questa “pazzia” che il Palermo si è nutrito da quel 20 dicembre scorso diventando una squadra vera, intesa come monolite che non potrai mai battere se prima non avrai sputato sangue.


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – L’ultima mezzora della partita, una sarabanda di emozioni forti, di quelle che fanno scoppiare il cuore: prima sembra cedere quello dei rosanero di mister Baldini, che solo un attimo prima (56’) avevano sfiorato il gol con un tap in del subentrato Soleri, sventato sulla linea fatale da Chiosa, con palla che picchia sul montante e schizza via: sembra l’ennesimo segno di un destino avverso, lo stesso che aveva fermato sul palo, a Borra nettamente battuto, un destro radente del bomber Brunori. E l’impressione letale si fa cruda realtà quando su una verticalizzazione di Meazzi (che a inizio ripresa aveva preso il posto di Capello), Merkaj, gigante del tutto simile a Golia, si catapulta in area come un bisonte scatenato e ha davanti solo lo specchio della porta. E’ il 58’ e la partita, ancora chiusa come una cassaforte, resta impenetrabile. Dicevo di Merkaj che si avventa sull’assist di Meazzi: gli si butta tra i piedi in uscita disperata Massolo e l’impatto è inevitabile: Merkaj, vola giù come un uccello ferito e l’arbitro, un ossuto e dinoccolato signore di Nocera Inferiore (tal Cascone),  assegna il penalty, ammonendo il n. 12 rosanero. Le proteste dei rosa sono blande, d’altronde anche qui sono figli del loro maestro, che predica impegno spasmodico, concentrazione e fede, e rigetta ogni forma di sterile protesta. Trasforma lo stesso Merkaj, Massolo si tuffa sulla sua destra e sfiora.

Ma non basta. 1-0 per gli ospiti e la semifinale che resta nel mirino ma comincia a traballare. Baldini, braccia conserte, sembra un capitano sulla tolda della nave: per governarne la rotta, gli basta uno sguardo. Infatti, opera altri due cambi: Silipo per uno spento Valente e Odjer per un ottimo Damiani. Ma nulla sembra cambiare perché la bufera non è ancora passata. C’è dentro il Palermo e ne trae giovamento l’Entella che, al 72’ mette quello che sembra il sigillo alla sua bellissima partita e, soprattutto, al passaggio in semifinale. L’innesto di Meazzi ha cambiato le regole del gioco: adesso sono i liguri a dettare i tempi, anche perché De Rose, ardito indomito capitano, ha subito più di un colpo e, alla sua età (36 anni), ogni botta è un segnale d’arresto (donde, appunto, la decisione di Baldini di sostituirlo con Fella, che non è una mezzala, tanto meno un regista, ma solo un… mistero, visto che il Palermo lo aspetta, senza mai trovarlo, da questa estate quando l’ha prelevato dall’Aveliino). Insomma, sembra una mossa senza senso logico e tanto meno tattico, ma tant’è. E, con Fella, mette dentro anche Crivello per Giron.  

Ennesimo, elettrico contropiede  dell’Entella, ennesimo “piedino” di Meazzi, difesa rosa in bambola, Massolo che esce ben oltre i limiti, sguarnendo l’area piccola, dove si avventa Karic e in mischia mette dentro la palla dello 0-2 e della (provvisoria) qualificazione alla semifinale.

Sembra finita: da una parte c’è una squadra in piena esaltazione agonistica, dall’altra c’è il Palermo, che parrebbe aver perso le coordinate del gioco, che finora  dieci minuti prima l’avevano visto controllare a suo piacimento la partita e sfiorare più di una volta il gol… Il tifo assordante, ubriacante, commovente dei trentatremila sugli spalti – vero turbinio d’amore rosanero – ha come un istante, un solo istante, di doloroso silenzio. E’ un nano secondo.  Poi riprende più forte, più caldo, più trascinante di prima: è come una scossa elettrica  a centomila mila volts per i rosa e per Baldini:  un primo piano tv inquadra il suo volto.

Le sue due ultime sembrano le tipiche mosse della disperazione, come l’ultimo desiderio del condannato prima di morire. E, invece, è l’alito degli dei che suggerisce al mister rosanero  (che vive di Fede e ricerca di se stessi come preziosi strumenti di vittoria) quel doppio cambio, perché è da uno spunto sulla fascia di Crivello, con cross a giro in area e rinvio stantio della difesa ospite, che nasce l’1-2: sul pallone ballonzolante si avventa Soleri che di shoot destro colpisce a filo d’erba, spedendo il pallone nell’angolino più lontano. 1-2 e rispunta all’orizzonte il cono di luce della semifinale.  In pochi minuti le squadre si sono scambiati ruoli e destini: ora è il Palermo che comanda e l’Entella che subisce. E mancano 12 minuti e la partita ha ancora molto da dire. E la dice sempre con gli ultimi entrati in scena, cioè Crivello, Soleri e Fella, che in mezza rovesciata volante ribatte in rete una corta respinta della difesa ospite. Ed è il definitivo, 2-2 e il Palermo ha di nuovo in pugno la semifinale (con la Feralpi Salò: 25 e 29, andata a Salò e ritorno al Barbera)           

Una partita avvincente  e teso come un  thriller: se d’improvviso diventa protagonista Fella, che in un’intera stagione è sembrato un pesce fuor d’acqua, tanto da chiedersi se, al posto dell’ex fromboliere dell’Avellino non fosse arrivato a Palermo la sua sbiadita controfigura; se a un quarto d’ora dal termine il Palermo sembra allo stremo e quasi rassegnato e poi, invece, d’improvviso, si riaccende e centra una due volte bersaglio, beh, qualcosa di “strano” dev’esserci… E chi, come noi, conosce Baldini, sa bene di che si tratta: il mister carrarese… aveva previsto tutto, anche questa bailamme incredibile (semi)finale:  appena messo piede a Palermo per subentrare  a Filippi, disse: “La classifica  per ora la guardo e non la guardo. Per me conta solo andare ai playoffe vincerli!”. Qualcuno lo prese per pazzo, ma è di questa “pazzia” che il Palermo si è nutrito da quel 20 dicembre scorso diventando una squadra vera, intesa come monolite che non potrai mai battere se prima non avrai sputato sangue.  

Mister Baldini indica la strada del passaggio alle semifinali dei play off

IL TABELLINO DI PALERMO – ENTELLA

PALERMO (4-2-3-1): Massolo; Buttaro, Lancini, Marconi, Giron (76′ Crivello); Damiani (65′ Odjer), De Rose (76′ Fella); Valente (63′ Silipo), Luperini, Floriano (46′ Soleri); Brunori. A disp.: Pelagotti, Perrotta, Somma, Accardi, Doda, Felici. All. Baldini.

ENTELLA (4-3-1-2): Borra; Coppolaro, Sadiki, Chiosa, Barlocco; Karic, Rada (87′ Lescano), Dessena (87′ Di Cosmo); Capello (46′ Meazzi); Magrassi (65′ Morosini), Merkaj. A disp.: Siaulys, Alesso, Lipani, Banfi, Pellizzer, Silvestre, Palmieri, Pavic. All. Volpe.

ARBITRO: Cascone di Nocera Inferiore (Assistenti di linea: Salama-Ceolin).

MARCATORI: 58′ rig. Merkaj, 72′ Karic, 78′ Soleri, 82′ Fella

NOTE: ammoniti Valente, Coppolaro, Massolo, Chiosa, Sadiki. Spett. 33.000

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